Alba – I rapporti tra Alba, Bonifacio I di Monferrato e Demetrio re di Tessalonica

Alba (CN) – sabato 9 giugno 2007

Considerevole l’interesse dimostrato dagli Albesi per il Convegno dedicato all’esame della complessa ma affascinante figura di Bonifacio I di Monferrato, tenutosi sabato 9 giugno presso il Palazzo Comunale,

Il Convegno è stato aperto dal puntuale intervento del Sindaco, Giuseppe Rossetto, che ha efficacemente inquadrato le tematiche oggetto dell’incontro, sottolineando l’impegno della Accademia Aleramica e del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato nel riportare alla luce personaggi ed eventi, purtroppo in parte dimenticati, e ricordando anche l’incontro organizzato lo scorso anno sui rapporti tra Alba ed i Paleologi di Monferrato. Concludendo il suo intervento il Sindaco si è soffermato sull’importanza dei rapporti tra Alba ed il marchesato di Monferrato, che non riguardarono esclusivamente aspetti finanziari e militari ma anche, in modo rilevante, aspetti legati alla spiritualità ed all’arte.

I lavori sono stati aperti dalla relazione di Roberto Maestri che ha delineato la figura del “giovane” Bonifacio, impegnato nelle lotte al fianco dell’imperatore Federico I Barbarossa nei confronti dei tentativi autonomistici dei comuni piemontesi e lombardi, e l’amore per la poesia dei trovatori provenzali che, presso la corte monferrina, hanno trovato sostegno alla loro arte. Curioso è il fatto che il più noto tra i poeti trovatori alla corte di Monferrato, Rambaldo di Vaqueiras, abbia deciso di seguire il marchese aleramico non solo nelle vicende cavalleresche, tra la Liguria ed il Piemonte meridionale, ma anche in quelle militari: salvando la vita al marchese in occasione della vittoriosa spedizione nel regno Normanno di Sicilia, partecipando alla “bella impresa” in terra di Grecia dove, oltre a ricevere feudi e onori, ha condiviso con il suo Signore, nel 1207, anche la morte sui monti che dividono la Macedonia dalla Bulgaria.

Giulio Parusso ha esaminato i rapporti tra il marchese aleramico ed il Comune di Alba; rapporti particolarmente intensi non solo dal punto di vista diplomatico, ma soprattutto da quello finanziario: il sostegno economico fornito dalle famiglie albesi, in particolare i Rappa, risultò fondamentale per le ambizioni espansionisitiche del marchese in Piemonte e per risolvere le diatribe con i Comuni di Asti e di Vercelli. La costante ricerca di risorse finanziarie rappresentò una costante dell’intera esistenza di Bonifacio, soprattutto prima che lasciasse, per un viaggio senza ritorno, l’avito Monferrato per l’Oriente.

Walter Haberstumpf, bizantinista della scuola torinese, ha riservato il suo intervento all’esame delle vicende che portarono il marchese Bonifacio, prima ad assumere il comando della Quarta Crociata, spedizione formata da combattenti provenienti da diverse nazionalità che si avvalse del fondamentale supporto della flotta veneziana del doge Enrico Dandolo, e, poi, a conquistare il Regno greco di Tessalonica. Eventi, questi, che portarono il nome dei Monferrato alla ribalta internazionale, rinverdendo i fasti della dinastia Aleramica in Terrasanta. Lo storico ha altresì evidenziato le numerose presenze di nostri compatrioti, provenienti dalle Langhe e dal Monferrato, tra i seguaci di Bonifacio: molti di questi restarono in terra greca a governare i feudi che l’aleramico assegnò loro dopo la trionfale Quarta Crociata.

Nell’ultima relazione Giulio Parusso affronta l’aspetto più curioso ed affascinante che lega Alba ai Monferrato, ovvero la donazione della corona del regno di Tessalonica effettuata da Demetrio, nato a Salonicco dall’unione tra Bonifacio di Monferrato e l’imperatrice bizantina Maria d’Ungheria, in favore della Cattedrale di Alba. Un evento che resta in gran parte avvolto dal mistero; quali furono le motivazioni che portano il tredicenne dinasta ad effettuare, nel 1218, la donazione del simbolo della sua regia autorità alla Cattedrale di Alba restano ancora oggi poco chiare: forse il semplice tentativo di recuperare un’ingente somma atta a finanziare il progetto, poi attuato, di una crociata aleramica per la riconquista del regno di Tessalonica oppure, più semplicemente, un mero atto di devozione nei confronti della città di Alba che aveva da sempre sostenuto economicamente il genitore. Non meno intrigante e ricco di mistero il destino del prezioso, forse solo dal punto di vista simbolico e non materiale, diadema: ancora presente nella sacrestia della Cattedrale di Alba nel 1665 e, in base a testimonianze orali di non certa attendibilità, custodito nella sacrestia nel secondo dopoguerra.

Forse l’interesse suscitato dal Convegno servirà ad alimentare ulteriori e preziose ricerche anche su questo argomento.

Concludendo i lavori, Raoul Molinari ha sottolineato il significato dell’incontro volto ad avvicinare concretamente la “gente comune” ad una Storia inspiegabilmente misconosciuta; l’Accademia Aleramica ed il Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato stanno cercando di promuovere la storia del Piemonte non sabaudo, la cui cultura è stata in gran parte rimossa; a tal proposito le due associazioni sono impegnate nella realizzazione di una opera omnia, scientificamente approfondita, basata su un Atlante Storico che raccoglierà diversi aspetti della antica Marca Aleramica e della sua evoluzione.

L’incontro è stato arricchito dalla partecipazione di numerosi ed autorevoli ospiti: il prof. Giuseppe Ligato, studioso delle Crociate ed autore di importanti pubblicazioni scientifiche, il dott. Vittorio Camilla dell’omonimo Cenacolo Culturale di Niella Tanaro, il dott. Luigi Lirosi di Finale Ligure, il dott. Massimo Carcione Presidente del Club Unesco di Alessandria, ma, più di tutti, vogliamo ricordare alcuni studenti in rappresentanza del Liceo Classico “G. Govone” la cui presenza fa ben sperare in un futuro di rinnovata attenzione nei confronti della “nostra” storia.

Nel prossimo autunno saranno inoltre presentati gli Atti del Convegno “Il Comune di Alba ed i Paleologi di Monferrato” tenutosi, sempre ad Alba, lo scorso anno nel mese di giugno

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