Mantova

La città della prima cerchia: le origini di Mantova

La prima cerchia della città corrisponde alla zona che si snoda attorno a Piazza Sordello e che comprendeva (in un periodo che si colloca tra l’età romana e il Basso Medioevo) la parte tra il Castello di San Giorgio, Piazza Virgiliana (che all’epoca era il Porto dell’Ancona di Sant’Agnese), via Accademia e l’odierna Piazza Arche (antico Porto della Torre Nuova). Questa vecchia parte della città, la Civitas Vetus, era in una posizione che la rendeva luogo privilegiato garantedole protezione dalle piene del Mincio e da eventuali attacchi di nemici esterni, ma anche sito di prestigio, in quanto centro del potere religioso e politico. All’esterno della Civitas Vetus si estendeva una parte del territorio che già iniziava a ricevere l’impronta che sarà poi  tipica della città dei successivi periodi: il suburbio, che vedeva fervere le attività economiche legate ai mercati, al commercio e alle botteghe (attività che si riflettono ancora oggi in molti toponimi: Sottoportico dei Lattonai, Piazza delle Erbe, Piazza del Purgo ecc). Di questa zona esterna alla città vecchia facevano parte anche la chiesa e il monastero dedicati a Sant’Andrea che creavano intorno alle proprie attività un vero, piccolo borgo.

La città della seconda cerchia: Mantova si espande

Come accennato per la prima cerchia della città, all’esterno della Civitas Vetus si estendeva, anche prima del periodo comunale, il suburbio che vedeva già lo svilupparsi di attività economiche legate ai mercati, al commercio e alle botteghe. Di questa zona esterna alla città vecchia facevano parte anche la chiesa e il monastero dedicati a Sant’Andrea che creavano con le proprie attività un vero, piccolo borgo. Dopo la sistemazione della città operata da Alberto Pitentino verso l’anno 1190, il piccolo centro racchiuso nella zona di Piazza Sordello si amplia e il limite – Civitas Nova –  incorpora, da ora, anche la parte esterna che si viene a creare con l’opera del grande ingegnere bergamasco e che ha, come confine, il corso del canale che si crea grazie a questo intervento di ingegneria idraulica e che passa attraverso la città con la funzione di mantenere costante il livello delle acque che circondano Mantova.
I siti e i monumenti che si segnalano di seguito fanno parte della cosiddetta seconda cerchia anche se naturalmente alcuni appartengono ad epoche diverse rispetto al periodo in cui la città allargò i propri confini fino ai luoghi in cui oggi essi sorgono.

La città della terza cerchia: la Mantova dei Gonzaga

Dopo gli interventi di Alberto Pitentino che alla prima parte della città annettono naturalmente, con il disegno del Rio, il suburbio al nucleo originario, Mantova comincia ad estendersi al di là del confine naturale d’acqua. Quindi, dal vecchio porto del Portazzolo che corrispondeva all’imboccatura del Rio (attuale Viale Pitentino), fino a Porto Catena, vengono ampliate e progressivamente completate le mura che ingloberanno piano piano tutta la città. Così, tra il 1220 e il 1300 si definisce in maniera netta la terza cerchia della città e le fortificazioni a difesa di questo perimetro saranno completate nel 1357 da Luigi Gonzaga. Mentre tra il 1519 e il 1540 vengono aggiunte nuove fortificazioni al limite meridionale per volere di Federico II.
All’interno della terza cerchia troviamo alcuni tra i più importanti edifici gonzagheschi che ora sono fondamentali monumenti della città: Palazzo Te e Palazzo San Sebastiano che oggi è Museo della Città.


Informazioni tratte dal sito della Città di Mantova www.comune.mantova.it