Sabbioneta

Una lapide del VI secolo d. C., rinvenuta nel 1584 durante i lavori di demolizione dell’antica chiesa di San Biagio, testimonia che un certo Proclo, ufficiale dell’esercito bizantino, morì nel 591 nell’oppidum di Sabbioneta e fu sepolto nel sacello che fu poi demolito. Il testo dell’epigrafe, trascritto nel Cinquecento, testimonia che durante la dominazione longobarda Sabbioneta fu un borgo fortificato di giurisdizione bizantina.

In un documento dell’829 Sabbioneta è definita castrum, borgo cinto da mura soggetto alla potente abbazia benedettina di Leno a cui fu donato in età carolingia.

Nel corso del X secolo, sottratta al dominio bresciano per motivi che ignoriamo, Sabbioneta costituì una curtis, una delle unità minori in cui furono suddivise le grandi proprietà fondiarie dell’alto medioevo, dipendente per breve periodo dal vescovo di Parma.

Dopo l’anno 1000 fu contesa per tre secoli dalle famiglie cremonesi Persico e Dovara e iniziò a gravitare sotto la giurisdizione del vescovo di Cremona.

Nel 1314 fu occupata con le armi da Rinaldo Bonacolsi di Mantova passando poi sotto i Gonzaga fino al 1361, quando fu ceduta per un decennio ai Visconti di Milano. Essi la restituirono nel 1371 alla famiglia cremonese Persico che la ressero fino al 1426 quando fu riconquistata definitivamente da Gian Francesco Gonzaga di Mantova, condottiero della Serenissima.

Nel 1478, con la morte del marchese Ludovico II, Sabbioneta e un’insieme di territori posti tra la sponda sinistra del Po ed il basso corso dell’Oglio furono assegnati al dominio dei figli Francesco e Gian Francesco. Questi, capostipite del ramo cadetto di Gazzuolo, diventò l’unico signore di quei luoghi nel 1483 con la facoltà di trasmetterli ai suoi eredi, come avvenne nel 1496. Il primogenito Ludovico resse Sabbioneta fino al 1540, anno della morte, e la lasciò al giovane nipote Vespasiano, essendogli premorto l’unico figlio maschio Luigi detto Rodomonte.

Tra il 1554 e il 1556 Vespasiano iniziò a trasformare il vecchio borgo medievale di Sabbioneta in una piazzaforte militare, pianificandone il circuito murario e lo sviluppo urbano. Nel 1577 ottenne dall’imperatore Rodolfo II l’erezione dei suoi territori di Lombardia in Ducato indipendente. I lavori di costruzione e abbellimento della città nuova si protrassero fino al 1591, anno della sua morte.

Nel 1592 l’imperatore concesse l’investitura del Ducato a Isabella, figlia di Vespasiano, e al marito Luigi Carafa nonostante le rimostranze dei cugini Gonzaga della linea principale di Mantova. Tra il 1637 e il 1638 morirono sia Isabella che Luigi lasciando la fortezza di Sabbioneta alla nipote Anna Carafa che a sua volta la lasciò in eredità al figlio Nicola de Guzmán, ultimo discendente di Vespasiano Gonzaga, il quale la resse fino al 1684.

Subentrò nel dominio il governatorato spagnolo di Milano che vantò di aver acquistato i diritti sulla fortezza dai de Guzmán. Nel 1693 fu venduta al genovese Francesco Maria Spinola e finalmente nel 1703 rientrò nei domini del Ducato di Mantova. Ferdinando Carlo, l’ultimo duca di Mantova, dichiarato fellone e costretto a fuggire a Venezia fu privato dei suoi territori; Sabbioneta fu ceduta ai Gonzaga di Guastalla che la tennero fino al 1746, anno della loro estinzione.

Tra il 1746 e il 1796 Sabbioneta passò alle dipendenze degli Asburgo d’Austria e, con l’occupazione napoleonica, fece parte della Repubblica Cisalpina per un triennio. Ritornata nel 1799 sotto il dominio asburgico, tra il 1800 e il 1814 entrò nel Regno d’Italia e seguì le sorti dell’impero napoleonico. Con la Restaurazione fu inglobata nel Regno Lombardo Veneto e dopo la seconda guerra d’indipendenza, nel 1859, fu incorporata nello Stato Italiano.

Informazioni tratte dal sito www.sabbioneta.org