Milano Comune

Comune di Milano.
Inventari e Regesti dell’Archivio Storico Civico, Vol. II

I Registri delle Lettere Ducali del periodo Sforzesco, a cura di Caterina Santoro,

Milano, Castello Sforzesco, 1961

 

  1. 20

Registro 1. (Litterarum ducalium 1450 – 1455),

114.

1452 luglio 24, Milano.

La duchessa di Milano scrive al reverendo padre Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, allo spettabile e agli egregi e nobili podestà, vicario e XII di Provvisione, di far fare tridui solenni, processioni, falò con suoni di campane, per la vittoria riportata il giorno precedente, sul tardi, dal proprio cognato Corrado (1) su Guglielmo di Monferrato, che assediava il castello di Cassine, non contento di aver rotto la pace che Francesco Sforza aveva cercato di mantenere con lui (cc. 77v. – 78r.). Laudate omnes. Vincenzo.

 

(1)   Corrado da Fogliano, fratello uterino del duca, riuscì a sorprendere l’esercito di Guglielmo da Monferrato e a metterlo in fuga (Giulini, Memorie, VI, p. 494)

 

  1. 93

Registro n. 2. (Litterarum ducalium 1456 – 1461)

271.

Francesco Sforza, duca di Milano, concede a maestro Ambrogio Barberio di Casale S. Evasio nel Monferrato, che esercita l’arte di tintore dei drappi di lana e vuole venire ad abitare a Milano, la cittadinanza milanese per sé e discendenti (c. 286 r. – 287 r.). Venit nuper. Angelo auditore.

 

  1. 135

Registro 3. (Litterarum Ducalium 1462 – 1472)

245.

1472 febbraio 13, Pavia.

Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, concede all’egregio signor Martino Paolo de Nibia, nobile novarese, segretario di suo cognato il marchese di Monferrato ed oratore presso di lui, la cittadinanza milanese per sé e discendenti (c. 229). Optat egregius. Cicco.

 

  1. 164 – 165

Registro 4. (Litterarum ducalium 1473 – 1478)

115.

1476 aprile 4, giovedì, Milano.

Convenzioni tra i sescalchi ducali e Michele da Montevegia e Sebastiano pollivendolo, per il rifornimento del pesce alla corte, presentate da Simone de Pessina, ufficiale ducale sotto lo spenditore ducale Luigi de Petrasancta:

i detti Michele e Sebastiano daranno quantità di pesce necessaria alla corte ai seguenti prezzi per libbra: al tempo di carnevale, trota e anguilla soldi 4, altri pesci a 3 soldi, da servire per due terzi a lesso e un terzo arrosto. Da carnevale a Pasqua vengano fornite trote e anguille a 5 soldi per libbra e altri pesci a 4 soldi;

i sescalchi concedano ai suddetti l’«onoranza»del Lago Maggiore, cioè tutti i pesci che vi si pescano devono essere venduti soltanto ai detti Michele e Sebastiano: in tempo di carnevale la trota a 3 soldi, gli altri pesci a 2 soldi; in quaresima la trota a 4 soldi e gli altri pesci a 3 soldi;

viene ad essi concessa l’«onoranza» per le libre 1.010 di pesce che si pesca nei laghi di Gavirate. Monate e Crozegnio;

si concederà ai suddetti lettera ducale per far venire il pesce da Ferrara a Milano senza dazio;

è loro permesso di vendere pesce purché fresco, in Milano ad un solo banco;

i suddetti si impegnano a mandare pesci solo in Milano o nei luoghi dove si trovi la corte; soltanto in questi luoghi possono vendere il pesce che avanza dal rifornimento ducale, sotto pena di 25 lire imperiali ai trasgressori;

i suddetti possono fermare e denunciare ai sescalchi quei pescatori che portassero pesce in qualunque luogo senza licenza, con pena di 10 lire a quei pescatori che vendono pesce a persone che non siano i suddetti;

sarà dato ai suddetti un lascia passare e un porto d’armi;

i suddetti devono dare a madonna di Savoia e al marchese di Monferrato due somme di pesce alla settimana durante la quaresima o a loro richiesta;

se la corte richiedesse storioni devono darli al prezzo della trota;

il suddetto Sebastiano può avere quali aiutanti soltanto quelli di casa sua; Bartolomeo un giovanetto; entrambi abbiano due banchi per vendere il pesce;

il suddetto Sebastiano deve dare ogni quantità di pesce gli sarà richiesta, ricevendo per le spese straordinarie un sesino in più per libbra;

è lecito ai suddetti far pescare ai pescatori in ogni parte del Lago Maggiore, in tutto come si faceva al tempo del duca Filippo Maria Visconti. Presentate fuerunt (c. 120 r. – 121 r.).

 

 

  1. 322

Registro 8. (Litterarum ducalium 1450 – 1487)

79.

1452 luglio 24, Milano.

La duchessa di Milano scrive al reverendo padre Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, allo spettabile e agli egregi e nobili podestà, vicario e XII di Provvisione, di ordinare tridui solenni, processioni, falò e di far suonare le campane, per la vittoria riportata il giorno precedente, sul tardi, dal proprio cognato Corrado su Guglielmo di Monferrato, che assediava il castello di Cassine, non contento di aver rotto la pace che Francesco Sforza aveva cercato di mantenere con lui (c. 39 r.). Laudato omnes. Vincenzo.