Il ritorno degli Aleramici in Sicilia

Si è concluso il viaggio di studio del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato – rappresentato da Fabrizio Di Salvo e Roberto Maestri – che ha attraversato, dal 10 al 15 aprile, sette delle nove province della Sicilia per raggiungere parte delle oltre quaranta località che furono interessate dall’emigrazione, in epoca medievale, delle popolazioni che abitavano l’antica Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese). Il viaggio rientra nelle attività del progetto Aleramici in Sicilia, sostenuto dalle Regioni Piemonte, Liguria e Sicilia con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Prima tappa a Catania, presso la Libreria Antiquaria Prampolini (che fu frequentata da Giovanni Verga) con il professore Francesco Barone, ricercatore presso l’Ateneo etneo e laureatosi proprio con una tesi dedicata agli Aleramici in Sicilia; nel corso dell’incontro sono state poste le basi la una futura organizzazione di incontri tematici a Catania e Paternò.

Nella seconda tappa – in previsione di predisporre uno specifico percorso turistico culturale – sono state visitate le roccaforti Aleramiche di Noto (in particolare la straordinaria Noto Antica parzialmente distrutta dal terremoto del 1693), Caltagirone, Lentini (ruderi del Castellaccio), Mineo (con i castelli di Serravalle e di Mongialino) e Butera (con il Castello arabo-normanno).

La terza tappa è stata dedicata a Palermo, dove Di Salvo e Maestri hanno incontrato l’on. Roberto Lagalla assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Ricerca Scientifica; una riunione molto cordiale che ha posto le basi per la stesura di un progetto pluriennale che coinvolgerà anche gli Assessorati al Turismo e all’Agricoltura. Il soggiorno palermitano è proseguito con la visita all’Officina di Studi Medievali – presieduta dal professor Diego Ciccarelli – che, il 5 ottobre, sarà sede di un importante convegno dedicato agli Aleramici di Sicilia; è seguita la visita, organizzata dal professore Nino Borzellieri (ANAG Sicilia) presso l’Istituto Superiore Statale “Mario Rutelli” dove gli studenti, dell’indirizzo per il Turismo, saranno coinvolti nella realizzazione di un itinerario (e di una APP) delle località Aleramiche Siciliane. A concludere l’inteso pomeriggio la visita della Cattedrale di Monreale che conserva le tombe dei re di Sicilia Guglielmo I e Guglielmo II, entrambi di “sangue Aleramico” in quanto nipoti di Adelaide del Vasto.
In serata è stata raggiunta Corleone, località in cui, nella metà del Duecento, migrarono abitanti dell’Alessandrino e dell’Oltrepò Pavese lasciando segni tangibili della loro presenza ben documentata dai documenti custoditi presso l’Archivio di Stato di Palermo, studiati dal prof. Ezio Barbieri (Università di Pavia) e dagli storici, e collaboratori, locali Francesco Marsalisi e Calogero Ridulfo.

Nella quarta tappa i rappresentanti del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato hanno visitato le località di Sciacca (in particolare il Castello dei Luna), Siculiana (dove sorge il castello abitato dai Del Carretto), Agrigento (di grande interesse la Basilica di Santa Maria dei Greci edificata in epoca aleramica-normanna) per raggiungere in serata Racalmuto dove sorge il castello dei Chiaromonte, la cui erede nel 1307 sposò l’aleramico Antonio del Carretto marchese di Finale.

La quinta, ed ultima tappa, è cominciata con la visita dell’Abbazia di Santo Spirito in Caltanissetta, un luogo suggestivo edificato sotto il governo del normanno Ruggero I d’Altavilla e dell’aleramica Adelaide del Vasto.
Seconda tappa a Mazzarino, località aleramica che diede i natali al padre del celeberrimo Cardinale: l’altopiano su cui si estende l’abitato è dominato dal castello da cui gli Aleramici-Normanni controllavano la valle di Gela.
Nel pomeriggio, a Piazza Armerina, si è tenuto l’incontro “Aleramici in Sicilia. Storia di un’emigrazione dimenticata” organizzato dal locale Club UNESCO – presieduto da Anna Maria Di Rosa Placa – in collaborazione con il Comune, I Marchesi del Monferrato e l’Associazione Aleramica Piazzese; come relatori sono intervenuti Maestri e Di Salvo, Salvatore Lo Re (Presidente della Società di Storia Patria Sicilia Centro Meridionale), Salvatore Trovato (Docente di Glottologia presso l’Università di Catania ed esperto in Galloitalico) ed alcuni cultori di storia locale. Per oltre quattro ore il numerosissimo pubblico – con i rappresentanti delle località Aleramiche del territorio – ha assistito alle relazioni ed alle proiezioni di filmati che hanno illustrato il territorio del Monferrato.
Tra i temi trattati la conferma che Piazza Armerina è una città di fondazione Aleramica: la città islamica fu ribattezzata Placia dai Normanni che la conquistarono e la affidarono al Conte aleramico Enrico del Vasto. Il re di Sicilia Guglielmo I detto “il Malo” (nipote di Adelaide del Vasto) per punirla della sua ribellione capeggiata da Ruggero Sclavo (figlio illegittimo dell’aleramico Simone, conte di Policastro) che aveva trucidato la popolazione araba, la fece incendiare e distruggere nel 1161. L’attuale nucleo abitato fu costruito, nel 1163, dal re di Sicilia Guglielmo II detto “Il Buono” (figlio di Guglielmo I), sul colle Armerino e ripopolata con genti Aleramiche e Lombarde.

Si è così concluso il viaggio in Sicilia del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, cinque giorni intensi di incontri con le visite di testimonianze Aleramiche nel cuore dell’isola. È emerso un quadro assolutamente intrigante e ricco di prospettive per il futuro: la presenza Aleramica e Lombarda (area dell’Alessandrino e dell’Oltrepò) costituì un flusso continuo che si è protratto dal 1087 fino ad almeno il 1330: l’unico caso di emigrazione dal Nord al Sud della storia!
I nostri conterranei – attestati in una quarantina di località – si unirono pacificamente con i Siciliani contaminandone il dialetto, la viticoltura, la produzione casearia e molto altro! Una storia che coinvolse le grandi dinastie europee: Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi.

Nella foto Fabrizio Di Salvo, Massimo Leonardo, Rosa Vitale, Roberto Maestri e  Antonio Borzellieri presso l’Istituto Superiore Statale “Mario Rutelli” di Palermo.

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