Parco Fluviale del Po e dell’Orba: una risorsa per il territorio
L’Ente di gestione del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po tratto vercellese e alessandrino (denominato comunemente “Parco Fluviale del Po e dell’Orba”) è un ente strumentale della Regione Piemonte che gestisce (in piccola parte direttamente e in gran parte indirettamente) un territorio di circa 15.000 ettari. Esso prende origine dalla Riserva Naturale della Garzaia di Valenza, prima piccola area protetta piemontese istituita lungo il Po nel lontano 1979, su una superficie di soli 240 ettari, a cui nel 1987 si aggiunse la Riserva Naturale della Garzaia di Bosco Marengo, ampliata nel 1989 con la denominazione di Riserva Naturale del Torrente Orba.
Del Parco del Po vercellese/alessandrino fanno parte i comuni di Verrua Savoia (in provincia di Torino), Crescentino, Fontanetto Po, Palazzolo Vercellese, Trino (in provincia di Vercelli), Moncestino, Gabiano, Camino, Morano sul Po, Pontestura, Coniolo, Casale Monferrato, Frassineto Po, Valmacca, Bozzole, Pomaro Monferrato, Valenza, Pecetto di Valenza, Bassignana, Alluvioni Cambiò, Isola Sant’Antonio, Guazzora e Molino dei Torti (in provincia di Alessandria), per una superficie complessiva di circa 14.000 ettari.
Della Riserva Naturale del Torrente Orba fanno parte i comuni di Bosco Marengo, Casalcermelli e Predosa (tutti in provincia di Alessandria), per una superficie complessiva di circa 250 ettari.
Nel luglio 2006 è stata affidata all’Ente-Parco la gestione di 2 Siti di Importanza Comunitaria posti nella pianura vercellese, istituiti come Riserva Naturale Speciale e Zona di Salvaguardia della Palude di San Genuario (nei comuni di Crescentino, Fontanetto Po, Livorno Ferraris e Trino) per una superficie complessiva di circa 426 ettari, e come Riserva Naturale Speciale e Zona di Salvaguardia di Fontana Gigante (in comune di Tricerro) per una superficie complessiva di circa 314 ettari.
L’Ente-Parco rappresenta non solo uno strumento di tutela e di salvaguardia per il territorio, ma un importante punto di riferimento per un futuro eco-compatibile. Insomma, non solo un Parco “poliziotto”, che fa rispettare le leggi a tutela del territorio e dell’ambiente, ma anche un protagonista in positivo, catalizzatore di interessi e di attività.
Dal 1995, con il Piano d’Area e il Progetto Territoriale Operativo “Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del Po” (P.T.O.-Po), ai quali i Piani Regolatori comunali sono chiamati ad adeguarsi, ma anche grazie all’avvio del “Piano socio-economico per la promozione delle attività compatibili”, l’Ente-Parco ha cominciato a promuovere tematiche e progetti di valorizzazione e sviluppo coerenti con la salvaguardia ambientale.
Fondamentale, in tal senso, è stato il percorso che ha portato, alla fine del 2004 (primo Parco in Piemonte), a ottenere il riconoscimento internazionale della certificazione ambientale ISO 14001, partendo dal progetto “Parchi in qualità” promosso dal Ministero dell’Ambiente e condotto con il supporto scientifico dell’ENEA, poi evoluto nella registrazione EMAS, specifica per l’Unione Europea.
Da qui sono scaturite nuove occasioni di confronto con gli operatori pubblici e privati, potenziali “Fornitori di Qualità Ambientale” per il territorio, ai quali concedere il marchio del Parco in base al rispetto volontario di precisi disciplinari condivisi, tesi a ottenere una riduzione degli impatti ambientali derivanti dall’attività di ciascuno dei soggetti aderenti.
A rendere più efficace questo tipo di operazioni ha contribuito in modo determinante lo Sportello informativo “INFOFIUME”, finalizzato a promuovere modelli di gestione sostenibile delle fasce fluviali e dei territori limitrofi, attivato nel 2002 a seguito di un altro progetto co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
Altro progetto di grande rilevanza e impatto sul piano della fruizione è la recente realizzazione del Museo diffuso sulla storia del paesaggio del Po, articolato nel Centro di Interpretazione del Paesaggio (presso Palazzo Mossi, a Frassineto Po) e in vari punti di lettura sparsi sul territorio. L’obiettivo è una lettura multidisciplinare dell’evoluzione del territorio: al contempo storica, archeologica, geomorfologica, topografica, naturalistico-ambientale, urbanistica e architettonica.
Infine, vale la pena di ricordare almeno altre tre aree di attività del Parco:
Il Centro di Ecologia Fluviale, frutto di un protocollo d’Intesa con ENEA e Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (C.R.A. – Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura). Il Centro, che non ha un’unica sede fisica ma si propone come “rete” sul territorio, si propone di diventare un polo per la salvaguardia e la riqualificazione ambientale, nonché per la ricerca applicata nel campo della caratterizzazione, valutazione e gestione dei sistemi fluviali.
Il Centro di Recupero della Fauna Selvatica del Piemonte Orientale (C.R.F.S.P.O.), avviato sulla base di una convenzione con la Provincia di Alessandria e gestito dall’Ente-Parco, ha la sua sede operativa a Valenza e provvede alla cura e alla riabilitazione degli animali selvatici in difficoltà, secondo quanto stabilito dalla Legge n. 157/1992 e dalla Legge Regionale n. 70/1996. Vengono ricoverati esemplari appartenenti alla fauna selvatica autoctona, mentre non sono accolti animali esotici o soggetti a piani di controllo numerico quali: nutrie, cinghiali, minilepri, cornacchie, gazze e piccioni. Grazie a un accordo con l’Ente di gestione del Parco Naturale delle Lame del Sesia, estende la sua attività anche alla provincia di Vercelli.
Il Centro di Educazione Ambientale “Cascina Ressia” (in frazione Porzioni del comune di Crescentino), realizzato grazie a una convenzione siglata con il Comune medesimo, è oggi un punto di riferimento importante per insegnanti e operatori locali, e si muove a stretto contatto con gli istituti scolastici della zona, elaborando proposte didattiche e turistiche.
LE STRUTTURE DEL PARCO (in sintesi)
Sede legale e Uffici amministrativi a Valenza (AL);
Sede operativa e Centro visite a Casale Monferrato (AL) – (Ufficio Tecnico);
Sede operativa e Centro visite “Cascina Belvedere”, a Frascarolo (PV) – (Fruizione);
Sede operativa e Centro visite presso il Mulino comunale, a Bosco Marengo (AL) – (Riserva Naturale Speciale del Torrente Orba);
Centro di Recupero della Fauna Selvatica del Piemonte Orientale, a Valenza (AL);
Centro ricerche, Centro visite e Foresteria presso la Riserva Naturale Speciale della Palude di San Genuario, a Fontanetto Po (VC);
Centro di Educazione Ambientale “Cascina Ressia”, a Crescentino (VC);
Centro di Interpretazione del Paesaggio, presso Palazzo Mossi, a Frassineto Po (AL).