L’incastellamento in Provincia di Alessandria

La prestigiosa sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ha ospitato l’incontro L’incastellamento in provincia di Alessandria: un’indagine tra storia, architettura e paesaggioappuntamento dedicato alla presentazione dei risultati del progetto “Mappatura dei castelli della provincia di Alessandria realizzato dall’Associazione Castelli Aperti del Piemonte e dal circolo culturale I Marchesi del Monferrato con il finanziamento dalla Fondazione Cassa Risparmio di Alessandria.
Il programma è stato aperto dai saluti di Pier Angelo Taverna (presidente della Fondazione CRAL) e di Niccolò Calvi di Bergolo (Vicepresidente Associazione Castelli Aperti del Piemonte). Sono poi seguiti gli interventi di Carlo Bidone, Walter Haberstumpf, Franca Mollo e le conclusioni di Roberto Maestri (presidente Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”.
“Spesso, in questi anni si è parlato dell’area monferrina come una delle più fittamente castellate d’Europa, di qui è nata l’esigenza di comprenderne l’effettiva consistenza. Abbiamo proposto all’associazione Castelli Aperti che, da sempre, si occupa di valorizzare i castelli e ai Marchesi del Monferrato, circolo culturale che, in questi anni, sta contribuendo alla valorizzazione della storia del Monferrato, di compiere questa indagine”. Dice il presidente Pier Angelo Taverna.
“I risultati sono di una tale ricchezza che difficilmente si può risolvere in una sola ricerca, ci vorranno anni per arrivare a una elencazione maggiormente esaustiva. Tuttavia ora siamo in grado di avere dei dati numerici per farci capire, quanto la storia dei castelli ci riguardi profondamente”, continua il Presidente.
“I Comuni della provincia sono 190 e le schede risultato dell’indagine 258. Numero veramente consistente. Questo significa che in taluni comuni sono state trovate più tracce d’insediamenti castellati”, afferma Roberto Maestri del circolo I Marchesi del Monferrato. “La ricerca, infatti, non si è limitata all’esistente ma ha coinvolto anche quelle che sono le memorie di castelli, oggi non più esistenti, o di cui rimangono pochi resti ma la cui traccia nella storia e nei documenti è ancora viva”, continua Maestri.
Il lavoro ha preso avvio da una prima catalogazione del professor Walter Haberstumpf de I Marchesi del Monferrato che partendo da fonti bibliografiche ha fornito un’elencazione con la preparazione di schede di carattere storico che rendono conto dei vari castelli. La schedatura storica quindi è frutto di questa ricerca bibliografica e ora, nel tempo, andrà verificata, arricchita. “E’ stato un lavoro di grandissimo impegno, il materiale era davvero tanto, molto di più di quello che noi stessi ci immaginavamo e ora, ci rendiamo conto di quanto occorra approfondirlo, arricchirlo di nuova documentazione e per questo ci vorrà ancora molto lavoro”, afferma Walter Haberstumpf.
Da questa elencazione Franca Mollo è partita per sopralluoghi al fine di individuare la collocazione geografica dei siti e verificare lo stato dell’esistente.
“Ciò a cui mi sono trovata di fronte è stata una tale ricchezza di memorie esistenti, direi pulsanti che meriterebbero da parte di tutti una maggiore attenzione. Mi hanno impressionato, non tanto i grandi castelli del Monferrato, per me ben noti, ma il patrimonio di ruderi spesso collocati in panorami mozzafiato come quelli dei colli tortonesi e delle colline che guardano verso il mare. Resti che appaiono in alto nella vegetazione, come silenziose sentinelle. E’ stato il Medioevo a lasciarci questa ricca trama, quasi un merletto di memorie di cui spesso non siamo più consapevoli. Oggi molti di questi ruderi sono accessibili anche grazie alla segnalazioni del CAI che ha realizzato una suggestiva rete di sentieri”, dice Franca Mollo, da anni coordinatore del progetto di Castelli Aperti.
“In altri casi, sono i resti, conglobati in edifici di epoche più recenti, che possono essere ammirati: qui ciò che colpisce è la passione di chi oggi vive quei luoghi. Ricordo il sopralluogo dove era un tempo il castello Malvino a Sardigliano: sono entrata in una casa e con quale orgoglio mi hanno fatto vedere i resti degli antichi muri. È meraviglioso sentire quanta passione sopita esiste!”, continua Franca Mollo.
Tutti i castelli sono stati schedati con le informazioni di carattere storico, topografico, dati inerenti la tipologia, lo stato di conservazione, la proprietà, la collocazione (rilevata con il GPS).
Tutte queste informazioni sono state tradotte in lavoro cartografico seguito da Carlo Bidone, noto agronomo della provincia di Alessandria e Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio.

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