Il Monferrato è Patrimonio mondiale dell’umanità

Domenica 22 giugno 2014
I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono Patrimonio mondiale dell’umanità: il sì definitivo alla candidatura è arrivato oggi dal comitato dell’Unesco riunito a Doha, nel Qatar.
Mi piace pensare che questa sia l’occasione tanto attesa per promuovere un Piemonte diverso da quello maggiormente conosciuto, un Piemonte “periferico”, un Piemonte che ha nella Storia (scritta volutamente in maiuscolo) le sue fondamenta.
Parlo, ovviamente, della storia secolare del Marchesato di Monferrato, di quel Monferrato storico che rappresenta l’indispensabile “collante” per l’area del sito UNESCO, quasi interamente compresa nel territorio storico appartenuto all’antico marchesato di origine aleramica.
È un traguardo in cui ho creduto fortemente da tempi non sospetti: già nell’ottobre 2011 “I Marchesi del Monferrato” avevamo collaborato attivamente alla giornata internazionale di studi “Il Paesaggio storico e culturale del Monferrato”, fortemente voluta dall’attuale Presidente dell’Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli Gianfranco Comaschi; una collaborazione confermata in occasione dell’incontro, tenutosi nel novembre 2013, ad Alba con l’attuale direttore Roberto Cerrato, occasione in cui I Marchesi erano entrati a far parte dei soci dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli. Nel febbraio di quest’anno, presso la sede di Palazzo del Monferrato, i “Marchesi del Monferrato” hanno ricevuto il documento ufficiale di patrocinio che l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli ha concesso alle attività del Circolo. Infine, lo scorso mese di Maggio, I Marchesi hanno organizzato – nella splendida cornice del castello di Grinzane Cavour – il convegno Dalla Signoria di Guglielmo VII ai nostri tempiIl ritorno dei Marchesi di Monferrato nelle Langhe e nel Roero che ha illustrato il significato della storia del Monferrato nell’area del sito Unesco.
Un lungo percorso condiviso con nostri diversi Associati, in particolare Massimo Carcione e Cinzia Montagna; ma in questo momento non posso non ricordare un Amico con cui ho condiviso un importante percorso: Raoul Molinari, presidente dell’Accademia Aleramica di Alba, che credette per primo in un “altro Piemonte”, un Piemonte aleramico.
Sono anche lieto di festeggiare questo importante traguardo nel momento in cui mi onoro di rivestire anche l’incarico di Vice Presidente del Club Unesco di Alessandria.
Il percorso è appena cominciato, prepariamoci a percorrerlo con rinnovato ottimismo, serietà e lontano dagli sterili campanilismi che, anche in un recente passato, hanno affossato molti tentativi volti a promuovere il turismo culturale.

Roberto Maestri

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