I Paesaggi vitivinicoli del Monferrato
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” è entrato a far parte nell’ottobre 2013 della “Associazione per il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato”, costituita dalla Regione Piemonte e dalle tre province interessate (la sede è presso la Provincia di Asti) alla relativa candidatura presso la Lista del Patrimonio mondiale UNESCO. (http://whc.unesco.org/)
Tutti i soci, collaboratori e simpatizzanti del circolo sono calorosamente invitati a manifestare anche la loro adesione e sostegno individuale: clicca
Fin dal 2009, condividendo l’importanza dell’iniziativa, il nostro Circolo aveva più volte inserito le tematiche della valorizzazione del paesaggio culturale monferrino all’interno delle sue iniziative convegnistiche, ad esempio a Montiglio, Giarole, Cremolino, Saluzzo, Mantova e Cerese di Virgilio, Salsomaggiore Terme, Bologna e Ferrara.
Il 14 marzo 2011 al Ristorante “Alli due Buoi Rossi” di Alessandria su invito del Soroptimist si è tenuta una interessante tavola rotonda sul tema, coordinata dalla Presidente Soroptimist Micaela Pittaluga, con la partecipazione di Massimo Carcione, Roberto Maestri, Rita Rossa e del Vicepresidente dell’Associazione paesaggi vitivinicoli Gianfranco Comaschi.
Allo specifico aspetto del patrimonio intangibile è stata in particolare dedicata il 18 settembre 2010, nell’ambito dell’annuale convegno etno-antropologico di Roccagrimalda, una tavola rotonda promossa dal Club UNESCO di Alessandria (rappresentato dal dott. Massimo Carcione, esperto giuridico dell’Icomos) cui hanno partecipato studiosi, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e operatori del settore.
Il 29 ottobre 2011 il Circolo ha collaborato attivamente e partecipato con una relazione di Roberto Maestri alla giornata internazionale di studi “Il Paesaggio storico e culturale del Monferrato: un percorso verso il riconoscimento UNESCO – Patrimonio dell’Umanità“, cui è intervenuto anche il Presidente dell’Associazione paesaggi vitivinicoli Roberto Cerrato.
La candidatura si era sin dall’inizio concentrata quasi esclusivamente sugli aspetti paesaggistici ed eno-gastronomici, con una specifica attenzione all’eccellenza storico-architettonica costituita dalle “Cattedrali sotterranee” delle antiche case vinicole di Canelli; erano stati inizialmente trascurati (ma sono stati in seguito inseriti con grande evidenza) gli infernot scavati nel tufo del territorio monferrino, le cantine dei più importanti castelli, come pure tutti gli altri aspetti relativi al patrimonio intangibile di tradizioni e conoscenze legate al mondo del vino, dalla vendemmia alla cantina, fino alla tavola.
Ma a nostro giudizio merita ancora una ben maggiore evidenza e attenzione il fatto che la particolare conformazione territoriale delle aree oggetto di candidatura trova uno straordinario riscontro – quasi sicuramente non non voluto, ma facilmente verificabile sovrapponendo una carta storica del Basso Piemonte con l’attuale perimetrazione delle zone oggetto di tutela – proprio nell’evoluzione territoriale del Marchesato del Monferrato, che per oltre sette secoli ha governato queste terre, ponendosi in relazione con i regni e le vicende politiche e militari di tutta Europa e del Mediterraneo. Peraltro in questa singolare vicenda storica il vino ha avuto un ruolo rilevante, in special modo nei quasi due secoli di dominazione dei Gonzaga di Mantova: un aspetto tutt’altro che trascurabile sul piano della comunicazione e delle attività promozionali, anche nella prospettiva di grandi eventi come l’EXPO 2015.
Particolarmente interessante, per i tanti aneddoti ricordati da Roberto Maestri e Pierluigi Piano nel corso del Convegno di Frassineto (29 agosto 2010), il trasporto alla Corte di Mantova, utilizzando il Po, del Barbesino e della Malvasia, vini assai apprezzati dai Duchi mantovani; molte sono le testimonianze documentarie relative alla cessione e alla spedizione “della solita malvasia, che sia dolce et perfetta”, commercio che si protrae ancora fino all’ottobre 1703, ormai a pochi anni dall’avvento della dominazione sabauda, quando viene mandato in giro per case e cantine un certo Annibale Riccio, con l’incarico di “assaggiare e scegliere le partite migliori”.
A ciò si collega anche il ricordo che proprio il trasporto dei nostri vini in epoca rinascimentale, lungo il corso del fiume Po, rappresentò un legame indissolubile tra il Monferrato e il Ducato dei Gonzaga.
Il Ministero per i Beni culturali ha istituito nel 2008 un gruppo di lavoro che comprende la Soprintendenza Regionale, la Regione Piemonte e le tre province di Cuneo, Asti e Alessandria, con la consulenza del Politecnico di Torino (SITI); successivamente è stata istituita l’Associazione (http://www.paesaggivitivinicoli.it/), che dovrà coordinare tutti i partecipanti al progetto anche nella successiva fondamentale fase dell’attuazione del piano di gestione. Anche la Regione Piemonte ha dedicato una pagina Web alla candidatura.
La candidatura dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato era stata esaminata una prima volta il 1 luglio 2012 a San Pietroburgo, in occasione della 36a sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO; il Comitato, che comprende i rappresentanti di 21 paesi membri della Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale, aveva esaminato nello specifico i contenuti del parere espresso dall’ICOMOS, organo tecnico incaricato dall’Unesco per l’analisi e valutazione della candidatura, che ha suggerito un approfondimento e l’integrazione del dossier proposto dall’Italia.
Sulla base di questa raccomandazione, il gruppo di lavoro costituito da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo, Associazione Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli e SITI, ha subito a ripreso il lavoro di aggiornamento e revisione del dossier, sulla base delle osservazioni e delle specifiche tecniche dell’ICOMOS, a lavorare per apportare le modifiche e le integrazioni richieste per ottenere l’importante riconoscimento UNESCO.
L’impegno del Circolo, che opera da sempre in stretta collaborazione con numerose associazioni culturali del territorio, mira a evitare quanto era stato previsto da qualche esperto sin dall’inizio della procedura (2004), quindi più volte segnalato in occasione di convegni e pubblicazioni scientifiche (tra il 2007 e il 2010) e che poi purtroppo è stato registrato sia dalla Regione Piemonte che dalla stessa UNESCO: la scarsa e non sempre appropriata informazione, determinando inevitabilmente una minore partecipazione e consapevolezza delle amministrazioni e comunità locali, ha fatto si che molti sindaci, operatori economici o semplici cittadini, trascurando le straordinarie implicazioni ideali, culturali e promozionali che stanno alla base del concetto stesso di “Patrimonio dell’Umanità” abbiano percepito la candidatura solo come una delle tante inizitive turistico-promozionali, che in più comporta un serio e impegnativo (e per questo “fastidioso” per alcuni) vincolo di tutela.
Solo analizzando questa situazione si può spiegare il perchè di critiche, polemiche, resistenze e difficoltà degli scorsi mesi e anni, che sarebbero altrimenti difficili da comprendere e condividere, considerando con quanto impegno e attenzione la candidatura alla Lista dell’UNESCO viene perseguita e richiesta da migliaia di città e territori in Italia e nel mondo.
A riprova di quanto appena rilevato, la Regione con Deliberazione della Giunta in data 23 gennaio 2013 (n. 1-5244 ad oggetto: Progetto di candidatura UNESCO “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. Presa d’atto trasmissione del progetto di candidatura all’UNESCO a Parigi”), ha solennemente affermato che è “necessario prendere atto di quanto sopra e impegnare la Giunta ad attivare, per quanto possibile, tutte quelle azioni di comunicazione e sensibilizzazione sui territori, come richiesto espressamente dall’UNESCO, per coinvolgere le popolazioni sul nuovo progetto di candidatura in vista della nuova visita dell’esperto ICOMOS prevista per l’autunno 2013 e nel contempo sostenere la candidatura in tutte le sedi istituzionali”.
Ulteriore documentazione:
Piano di gestione della candidatura, che include anche aspetti di studio e formazione/informazione in materia:
http://www.paesaggivitivinicoli.it/index.php/l-associazione/piano-di-gestione
Cliccando sulla carta geografica a fianco è possibile analizzare come l’area dei Paesaggi vitivinicoli risulti interamente compresa in quella storica di influenza del Marchesato di Monferrato.
Per comprendere l’importanza della storia del territorio inserito nella candidatura si consiglia la lettura del libro Storia del Monferrato.
Percorso di valorizzazione e fruizione turistica dell’area interessata alla candidatura: clicca
Il Circolo Marchesi del Monferrato ha ideato, inoltre, Il Gusto della Storia iniziativa che prende spunto dagli studi condotti dal Circolo negli scorsi anni e in particolare dall’individuazione di percorsi di valorizzazione turistica oltre al ricordo che proprio il trasporto dei nostri vini in epoca rinascimentale, lungo il corso del fiume Po, rappresentò un legame indissolubile tra il Monferrato e il Ducato dei Gonzaga di Mantova, Signori anche delle nostre terre.
Intervista a Massimo Carcione sul tema della candidatura UNESCO clicca
Conferenza al Liceo “G. Plana” di Alessandria
Conferenza all’Istituto “Leardi” di Casale Monferrato (AL)
Seminario all’Università del Piemonte Orientale in Alessandria
Conferenza all’Università del Piemonte Orientale in Vercelli
Seminario all’Università di Ferrara