Mantova e Sabbioneta: lo stupore del cibo e del Rinascimento

Mantova e Sabbioneta, 6-7 giugno 2015

Partecipare all’educational Mantova e Sabbioneta patrimonio mondiale: il banchetto degli dei ha rappresentato una piacevolissima occasione per approfondire la conoscenza del “Pianeta Mantovano” anche per chi come me – e l’Associazione che presiedo – se ne occupa da anni.
Certamente riuscita la formula dell’Educational che ha reso assolutamente intrigante ogni momento del soggiorno, ponendo anche basi concrete su cui costruire progetti futuri, oltre ad offrire la possibilità di stabilire nuovi rapporti con persone che prima si conoscevano solo quasi virtualmente. Resta solo un rimpianto: non aver potuto partecipare – causa impegni assunti in precedenza– alla giornata di venerdì che prevedeva anche la navigazione del Mincio, un’opportunità sicuramente affascinante; una lacuna che provvederò certo a rimediare in un prossimo futuro.
Certo le nuove tecnologie rendono oggi ancora più fruibili le immagini delle splendide risorse artistiche di Mantova ma, solo una visita ben organizzata, con il supporto di guide turistiche esperte (aspetto da non considerarsi assolutamente scontato) può aiutare il turista a rivivere le emozioni che suscitano la storia dei Gonzaga: una storia che ci proietta costantemente verso il Rinascimento europeo, verso l’incanto perenne nei confronti di quegli artisti che portarono il Ducato di Mantova, e in particolare la sua capitale, a superare il fascino di molte capitali europee contemporanee. Ovviamente non posso non ricordare come il fascino di Mantova abbia positivamente contagiato anche il “mio Monferrato” ovvero quel territorio – collegato a Mantova da quell’ “Autostrada del Rinascimento” che era il Po – unito per 172 anni (dal 1536 al 1708) ai Gonzaga; una storia ancora viva e che riemerge anche da piccoli particolari quali, ad esempio, l’affascinante collezione numismatica di Palazzo Te in cui ho potuto ammirare le monete del “Ducato di Mantova e di Monferrato” segno indelebile di un potere esercitato, con grande difficoltà, tra due territori distanti oltre 200 chilometri e divisi da vicini potenti e ingombranti.
Certo Mantova conserva intatto il fascino di una capitale rinascimentale; l’ho potuto respirare continuamente attraversando le sue strade, camminando sui ciottolati, accompagnato dal racconto della guida il cui passo era obbligatoriamente “lento” perché tante – non troppe – sono le cose da dire quando si visita Mantova: questa è una città simbolo del “turismo lento” ovvero di quella forma di turismo che richiede attenzione, pazienza, impegno… Mantova non è la città adatta per quel turismo “mordi e fuggi” – oggi purtroppo sempre più diffuso anche per esigenze legate alla crisi economica – perchè per comprendere quella che fu l’epopea dei Gonzaga (autorevolmente raccontata nei suoi libri dall’Amico Giancarlo Malacarne) occorre tempo, molto tempo e i tre giorni dell’Educational hanno rappresentato un  gustoso “antipasto” per un pasto “completo” che non può richiedere un impegno inferiore ad una settimana.
Ho parlato di “pasto” anche se non sono – diversamente dagli Amici che mi hanno accompagnato nella visita – un giornalista esperto di enogastronomia, ma uno storico, un medievalista “prestato” al rinascimento che, comunque, ha potuto apprezzare i grandi progressi compiuti dall’enogastronomia mantovana.
Ho cominciato a frequentare questo territorio ancor prima di aver completato il mio percorso di studi (diciamo da più di trentanni) ma i progressi compiuti negli ultimi due lustri sono, a dir poco, straordinari; li avevo apprezzati, in particolare, nelle mie ultime visite ma – grazie a questo Educational – ho, anche per quanto raccontato dai produttori e negli intriganti “laboratori di cucina”, potuto davvero calarmi in un mondo che non posso che considerare sorprendente.
Vengo dal Monferrato, una terra che in ambito enogastronomico raggiunge sicuramente momenti di eccellenza, ma il Mantovano in quest’occasione mi ha piacevolmente stupito: ha fatto “passi da gigante” in particolare a livello enologico. È difficile trovare un piatto “simbolo” per questo gustoso soggiorno, ma io l’ho trovato: le Tagliatelle al ragù di germano; quando l’Amica Paola Beduschi me le ha proposte nel suggestivo salone di Cà degli Uberti, dopo la prima “forchettata” sono rimasto come estasiato… un’estasi forse simile a quella che poteva provare il duca Vincenzo I Gonzaga quando – circondato delle opere dei più prestigiosi artisti della sua epoca – poteva gustare piatti di una simile eccellenza. Anche la cena, con rievocazione storica, organizzata presso il Palazzo Ducale di Sabbioneta ha offerto spunti sicuramente interessanti; in particolare sono stato colpito dalla possibilità di abbinare le diverse tipologie di lambrusco a piatti molto diversi tra di loro: un unico vino per un variegato menu, un’opportunità interessante su cui riflettere.
Certo è stata l’arte e la storia il filo conduttore dell’educational. La visita al Palazzo Ducale di Mantova – a me ben noto – suscita sempre emozioni: la Camera degli Sposi sembra realizzata esclusivamente per stupire il visitatore; il Mantegna riesce a rendere “senza limiti di spazio” una stanza che è ben più piccola di quanto appare a quel turista che, come me, resta stupefatto dalla raffigurazione d’innumerevoli personaggi, alcuni noti, ma molti non identificabili.
Mi è stata particolarmente gradita la visita al duecentesco Palazzo della Ragione – che avevo solo superficialmente scoperto in una recente occasione con Cinzia Montagna, verso cui sono ampiamente debitore per avermi coinvolto nell’Educational – e i cui affreschi restano per me tanto affascinanti quanto enigmatici; certo la visita è stata quanto mai fortunata poiché il Palazzo ospita il Museo della Follia, un’esposizione quanto mai affascinante delle opere di Ligabue e Ghizzardi. Da assoluto incompetente dell’arte del Novecento non ho potuto che osservare, stupito, molte tele di Ligabue raffiguranti non gli autoritratti e le tigri a me noti ma, castelli e panorami svizzeri di cui nemmeno conoscevo l’esistenza e, confesso, ho anche provato una certa nostalgia per quello sceneggiato RAI, del 1978, che presentò – grazie alla straordinaria interpretazione di Flavio Bucci – la figura del pittore autolesionista al grande pubblico.
Sempre gradevole anche la visita alla Rotonda di San Lorenzo purtroppo mutilata nella sua bellezza per la parziale demolizione, nel Cinquecento, ordinata da Guglielmo Gonzaga figlio della “monferrina” Margherita Paleologo.
La visita alla Biblioteca Teresiana ha provocato in me una particolare suggestione; conosco bene la struttura per avervi consultato diversi testi di storia mantovana – in particolare la Cronaca Universale dell’Amadei – ma entrare nelle settecentesche sale di lettura suscita sempre un’emozione: una visita che, per me, rappresenta un arrivederci a breve!
Il tempo è sempre tiranno e non mi ha consentito di visitare la mostra Gonzaga. I volti della Storia curata da Giancarlo Malacarne, ospitata presso il Museo diocesano Francesco Gonzaga: un appuntamento rinviato a settembre.
Di grande suggestione anche la visita a Sabbioneta – la farfalla dei Gonzaga – accompagnati da Marcella Luzzara validissima guida della locale Pro Loco. La città ideale di Vespasiano Gonzaga stupisce il visitatore per l’incredibile compito realizzato dal principe: creare, in un breve arco temporale, la capitale di un regno la cui esistenza fu, per la sua brevità, assimilabile a quella della farfalla.
Vespasiano fu un personaggio molto importante anche per il mio Monferrato; ripenso, infatti, al trattato della Civil Conversazione stilato da Stefano Guazzo – umanista di Casale Monferrato – e dedicato proprio al principe di Sabbioneta dove lo stesso – autore di una dura repressione contro la nobiltà casalese, su disposizione del cugino Guglielmo Gonzaga duca di Mantova – è presentato come un generoso e brillante animatore d’intrattenimenti mondani. Un tema che sarebbe particolarmente interessante riprendere in occasione di future, e auspicabili, iniziative di carattere culturale ed enogastronomico.
Proprio nell’enogastronomia – a livello storico – intravedo la possibilità di un interessante legame tra i siti UNESCO di Mantova-Sabbioneta e quello, iscritto esattamente un anno fa, dei I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato: come noto, nel corso del secolare possesso del Monferrato, da parte dei Gonzaga, i vini rappresentarono una tipologia di prodotti frequentemente presenti alla corte ducale, ma non certo gli unici. Recenti ricerche mi hanno permesso di documentare il curioso viaggio dei “pesci in carpione” dal Mincio a Casale; ma si tratta solo di un “assaggio” delle molte opportunità di collaborazione che i due territori offrono.
Ripenso all’ottimo risotto mantovano apprezzato, sabato a pranzo, presso un laboratorio di cucina: il riso offre straordinarie opportunità di valorizzazione del territorio, al centro di una geografia che partendo dal Monferrato Vercellese giunge fino al Veneto… ancora una volta un prezioso spunto offerto dal “grande fiume”.
L’Educational si è concluso con due momenti, particolarmente emozionanti, riservati rispettivamente alla cultura e all’enogastronomia.
L’imponenza e lo splendore di Palazzo Te ci ha accolto all’interno di un vero “labirinto” d’arte; anche in questa occasione non ho potuto sconfessare la mia formazione di storico, provando suggestione nel percorrere quelle stanze volute da Federico II Gonzaga come reggia per la sua amante Isabella Boschetti, mentre la legittima consorte – e mia conterranea – Margherita Paleologo risiedeva nel “dorato esilio” della sua omonima palazzina ormai perduta. Forse la sala di Amore e Psiche, dove Federico II consumava i suoi pasti, resta quella che mi suscita le maggiori emozioni: il collegamento con la Boschetti è evidente ma, ancor di più, lo è con il cibo, e il pensiero mi torna velocemente a Sabbioneta e al Palazzo del Giardino nelle cui sale sono presenti splendidi affreschi che ci presentano i prodotti coltivati nel Mantovano.
A conclusione del soggiorno, il graditissimo pranzo consumato presso Cà degli Uberti, affascinante edificio affacciato su Piazza Sordello: la pregevole realizzazione di piatti – in parte a me ignoti – offerti in un salone affrescato, le cui finestre offrono la vista di Palazzo Ducale, mi ha permesso di sentirmi come l’ambasciatore di una capitale europea in visita ai Gonzaga.

Ringrazio la Federazione delle Strade dei vini e dei sapori di Lombardia e i Comuni di Mantova e Sabbioneta per l’organizzazione e la disponibilità offerta nel corso del soggiorno. Un soggiorno reso ancor più indimenticabile anche grazie alle splendide immagini scattate da Mario Sparacino: un tentativo della “modernità” di imprigionare il fascino intramontabile di quel Rinascimento Mantovano che va assaporato lentamente, ma con ingordigia, come meritano i prodotti dell’enogastronomia del suo territorio il cui immutabile fascino accrebbe uno dei momenti più belli della storia dell’umanità.

Roberto Maestri

[Servizio fotografico a cura di Mario Sparacino]

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