Da Marengo uno sguardo avanti

Sabato 16 novembre 2019 è stata una giornata densa di impegnativi ed importanti appuntamenti, ai quali il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” non si è sottratto.

Nella mattinata, infatti, ho avuto il piacere e l’onore di partecipare al convegno “Guardiamo avanti”, organizzato dall’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei e dall’UniMercatorum.

Nell’ambito delle discussioni inerenti le “strade marenche” e della considerazione di Marengo come crocevia storico, ho presentato il progetto “Aleramici in Sicilia”, uno studio della migrazione dei nostri antenati nella Trinacria che ha già avuto importanti manifestazioni sia in Monferrato che in alcune storiche località dell’Isola e che avrà, nell’immediato futuro, ulteriori sviluppi, con incontri e documentari creati appositamente per il progetto.

E’ noto che i legami tra gli Aleramici e la Sicilia risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire ad una prima analisi superficiale.
I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni e i soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, i Lancia, gli Incisa; oltre alla presenza, per esigenze militari e diplomatiche, dei Marchesi di Monferrato. Nel corso della seconda metà del XIII secolo si verificò un ulteriore flusso migratorio che coinvolse l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Nel 1087 l’Aleramica Adelaide del vasto sposa il gran conte normanno Ruggero I di Sicilia, il matrimonio sancisce l’alleanza tra Aleramici e Normanni; Adelaide incentiva l’arrivo di altri Aleramici per rafforzare il suo potere e realizza il progetto di una serena convivenza tra: arabi, latini, normanni, greci. Un caso di particolare interesse è quello di Piazza Armerina; l’attuale nucleo abitato fu infatti costruito nel 1163 dal re di Sicilia Guglielmo II detto “Il Buono” (pronipote di Adelaide) sul colle Armerino e popolato con genti Aleramiche e Lombarde: l’unica città fondata dagli Aleramici non si trova quindi in Piemonte ma bensì in Sicilia.
Gli Aleramici sono protagonisti di molte vicende dell’Isola, tra cui la guerra del Vespro che, tra il 1282 ed il 1372, portò alla cacciata degli Angioini ed all’avvento degli Aragonesi.
Nel corso di oltre tre secoli gli Aleramici si confrontano con dinastie di rilevanza europea: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi.
In Sicilia viene a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana, da cui derivano le espressioni, in uso ancora oggi, di “colonie lombarde di Sicilia”, “comuni lombardi di Sicilia” e “dialetti lombardi di Sicilia”. La parlata degli abitanti provenienti dal nord Italia si è mantenuta a lungo in Sicilia e i principali Comuni dove la parlata gallo-italica si è conservata sono: Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone in provincia di Enna; San Fratello, Acquedolci, Montalbano Elicona, Fondachelli Fantina e Novara di Sicilia in provincia di Messina; Ferla in provincia di Siracusa.
Di grande rilievo risulta anche l’attività svolta da artigiani, commercianti e viticoltori: dai documenti risulta che la viticoltura siciliana fu rivitalizzata all’epoca dell’invasione normanna, ma esclusivamente nel Messinese e nel Catanese, fatto che renderebbe fondamentale il ruolo svolto dagli Aleramici considerato che quella fu l’area dove gli stessi si stanziarono in modo più consistente.

Il nostro patrimonio di conoscenza, con questo progetto, sarà messo a disposizione nell’ottica di una divulgazione sempre più vicina ai nostri concittadini.

Un grazie agli organizzatori per questa importante giornata.

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