Trino – Donne del primo Cinquecento

Trino (VC), sabato 14 aprile 2012

Si è tenuto presso il Palazzo Paleologo di Trino il primo incontro dedicato a Principesse, sante vive, pellegrine e…Anna Valois d’Alençon, marchesa di Monferrato, in pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo e a Santa Maria del Monte di Varese.
Anne Valois d’Alençon, figlia del duca Renato d’Alençon e di Margherita di Lorena, sposa di Guglielmo IX, marchese di Monferrato, nel settembre 1517, partendo da Trino, si recò in pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo e da lì a Santa Maria del Monte sopra Varese. A Trino qualche mese prima aveva ricevuto con tutti gli onori la con suocera Isabella d’Este. La Marchesa di Mantova era di ritorno dal pellegrinaggio alla Sante Baume, la santa grotta, nei pressi di Marsiglia, dove si venerano le reliquie di Santa Maria Maddalena.  Nell’aprile 1517 a Casale si erano tenuti gli sponsali tra Federico II Gonzaga (nato nel 1500), figlio di Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova, e Isabella d’Este, e Maria Paleologa (nata nel 1509), figlia del marchese di Monferrato, Guglielmo IX,e Anna d’Alençon. Anne amava passare lunghi periodi a Trino, durante le assenze del marito. Trino nel Quattrocento aveva visto il fiorire di una spiritualità nuova, grazie alle terziarie domenicane, da sempre protette dai Paleologi, tanto che la “santa viva” Maddalena Panattieri era chiamata da Guglielmo IX, “la mia mamma”. Anne successivamente (1528) favorirà le terziarie domenicane di Casale, donando con il cognato, Gian Giorgio, il Palazzo sito in Canton Brignano e vicini alla Chiesa ed  ospedale delle Grazie. Fu per volontà di Anne che le spoglie della Panettieri furono nascoste per sottrarle alla barbarie della guerra e alle scorrerie delle soldataglie imperiali e francesi.  Spiritualità nuove che portano a considerare queste donne “sante” già da vive, così Maddalena Panattieri sul finire del Quattrocento e Arcangela Girlani, sempre nata a Trino, carmelitana, all’inizio del Cinquecento. Anche la madre di Anne, Margherita di Lorena, dopo la morte del marito, avvenuta due giorni dopo la nascita di Anne, si era dedicata all’assistenza ai poveri e all’erezione di un monastero di Clarisse ad Alençon e ad Argentan, presi i voti  nel 1520, l’anno prima della sua morte, dette loro nuove regole e statuti. In questo contesto di spiritualità “nuova”, si inseriscono sia i pellegrinaggi di Isabella d’Este, marchesa di Mantova, che quelli di Anne d’Alençon. Varallo, la “Gerusalemme” piemontese, voluta dal Beato Caimi, decorata da Gaudenzio Ferrari, e ancora in allestimento.  Santa Maria del Monte di Velate (o se si vuole sopra Varese) dove si venera l’effigie della Madonna Nera, che, come quella del Santuario di Crea, opera dell’apostolo San Luca, portata l’una da Sant’Ambrogio, dopo la sua vittoria sugli ariani, l’altra, quella di Crea, da Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli.  Presso il Sacro Monte di Varese negli ultimi decenni del Quattrocento in alcune grotte prospicienti la Chiesa si erano ritirate a vita eremitica alcune giovani donne, in particolare Caterina Moriggia da Pallanza e Giuliana Puricelli da Cascina dei Poveri tra Busto Arsizio e Verghera. Nel 1474 il pontefice Sisto IV aveva riconosciuto alle “romite” di Santa Maria del Monte l’affiliazione alle Agostiniane, con la possibilità di portare il velo nero delle Clarisse. Anne d’Alençon, nel settembre 1517, da Trino si recò in pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo e a Santa Maria del Monte di Varese, per poi far ritorno a Trino, dove febbricitante soggiornò alcuni giorni. Questo pellegrinaggio ha rappresentato lo spunto per presentare un aspetto poco noto della devozione femminile tra fine del Quattrocento e prima metà del Cinquecento.
All’incontro sono intervenuti: Graziana Bolengo,  Pierluigi Piano e Manuela Meni.
Roberto Maestri del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” ha presentato il calendario delle manifestazioni che si terranno in occasione del VI centenario della morte di Facino Cane (1412-2012).
Presenti il Sindaco di Trino Marco Felisati, il vice presidente del Consiglio Provinciale di Vercelli Gian Mario Demaria e l’On. Roberto Rosso che ha introdotto l’incontro.

Gallery
Rassegna stampa