Il ritorno di Camilla Faà a Bruno

Era partita da Bruno, il paese del quale era contessa, nell’estate del 1616: a Bruno, piccolo paese in provincia d’Asti, Camilla Faà è tornata domenica 19 agosto. Un viaggio durato 400 anni per la contessina che, nata nel 1599 a Casale, legò il suo destino al Duca Ferdinando Gonzaga e alla storia di Monferrato e Mantovano. Domenica 19 agosto, la Corte interna del castello di Bruno ha ospitato la presentazione del libro “Nec ferro nec igne – Nel segno di Camilla” scritto da Cinzia Montagna (http://www.cinziamontagna.it/) ed edito dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”. Alla presentazione sono intervenuti, oltre all’autrice, Manuela Bo, Sindaco di Bruno, Angelo Soave, già Vicesindaco, Davide Mana, ricercatore ed esperto di temi ambientali, e Franco Scrivanti, ricercatore storico brunese. Circa 150 persone hanno assistito alla presentazione, allestita lungo il lato più imponente del castello, nella suggestione dell’ambiente nel quale Camilla soggiornò per breve tempo nell’estate di 4 secoli fa. La vicenda di Camilla, narrata nel libro, è stata ripercorsa dalla Montagna e da Scrivanti: damigella di corte presso i Gonzaga, di lei s’innamorò il Duca, che finse una cerimonia di matrimonio pur di convincerla dell’onestà dei propri propositi. Dal matrimonio, celebrato nel 1616, nacque un figlio, Giacinto, ma pochi mesi dopo il Duca sposò, questa volta in vere nozze, Caterina de’ Medici. Il bambino, mai formalmente riconosciuto dal Duca, crebbe presso la corte mantovana, mentre Camilla fu “cancellata” dalla storia: dal 1617 visse infatti in convento, monaca di clausura dal 1622, e morì nel Monastero del Corpus Domini di Ferrara nel 1662. Di lei ci restano il manoscritto autografo che Camilla compilò all’atto dell’ingresso in clausura, straordinario documento di letteratura autobiografica claustrale, oltre ad alcuni ritratti di particolare valenza anche simbolica. Il titolo del libro, Nec ferro nec igne (Né con la spada né con il fuoco), propone il motto della famiglia Faà, tuttora proprietaria del maniero che fu di Camilla. La vicenda della contessina “che non doveva esistere” è strettamente legata alla I e alla II Guerra del Monferrato, la prima scaturita dai contrasti successivi alla nomina ducale di Ferdinando, la seconda dall’assenza di eredi alla morte del Duca: il fatto che il matrimonio con Camilla non fosse valido, impedì infatti a Ferdinando di riconoscere Giacinto come erede e, non avendo avuto altri figli, alla sua morte terminò la dinastia dei Gonzaga, lasciando il posto alla dinastia dei Gonzaga Nevers. Il libro “Nec ferro nec igne – Nel segno di Camilla” è distribuito da http://www.astilibri.it/. Pagina Facebook: http://www.facebook.com/NecFerroNecIgne

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