I Lodron in Monferrato

Morsasco (AL), sabato 14 giugno 2014
Il castello di Morsasco, borgo a 7 km da Acqui Terme, è stata la sede della conferenza dedicata alle vicende della famiglia altotesina Lodron che, nel XVI secolo, giocò un ruolo fondamentale in Monferrato.
La conferenza è stata realizzata con la collaborazione del circolo culturale I Marchesi del Monferrato con la partecipazione di Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre, responsabile dell’Archivio Storico di Acqui Terme e di Gianni Poletti, coordinatore del Gruppo Lodron del Centro Studi Judicaria e la tradizionale ospitalità offerta da Aldo Cichero e Franca Mollo.
La conferenza ha inteso fare il punto sulle ultime notizie storiche suGiovan Battista Lodron e della sua famiglia che sono emerse dalle ricerche di Gianni Poletti, Roberto Codroico e Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre. Ha introdotto e moderato la conferenza Roberto Maestri, presidente del circolo culturale I Marchesi del Monferrato.
Ma com’erano arrivati i Lodron in Monferrato?
A seguito dei primi studi condotti da Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre e poi approfonditi dal Centro Studi Judicaria Tione di Trento nelle persone di Gianni Poletti e Roberto Codroico, sappiamo che Giovan Battista Lodron appartiene al ramo di Castel Lodrone, importante famiglia trentina.
Presumibilmente nel 1522, sposa Violante Malaspina che porta in dote i feudi di Morsasco, Orsara Bormida, Grognardo, Cavatore e Castagnole. Violante è figlia di Giovanni II Malaspina di Morsasco e di Tomasina, figlia di Barnaba Adorno, doge di Genova. Con questo sposalizio si chiude il periodo dei Malaspina a Morsasco che era iniziato nei primi anni 20 del 1200 con le nozze di Agnese del Bosco e Federico Malaspina, padre di Tommaso, a cui si devono gli Statuti di Morsasco.
Giovan Battista era giunto in Monferrato con le truppe imperiali di Carlo V e un esercito di Lanzichenecchi.
Parteciperà attivamente a tutte le guerre che si terranno in Monferrato, Piemonte e Lombardia dove recupera per l’Impero territori e città: sappiamo che tra i molti luoghi che pone in assedio e che conquista, ci sono il castello di Vignale Monferrato, la città di Tortona e Cassinelle che prese a sacco, Nizza Monferrato e Castel Fubine (l’odierna Fubine) uccidendo e violentando monache e depredando arredi sacri (1527). Intanto dalla moglie Violante ha avuto 4 figli: Alberico, Ferrante, Margherita e Ginevra. La famiglia, nell’agosto del 1527, sono a Bosco Marengo, quando la piazzaforte difesa dal cugino Ludovico viene espugnata dai francesi. Lautrec, riconosce il valore militare di Ludovico e gli concede la libertà con la famiglia di Giovan Battista. Intanto quest’ultimo è anch’esso assediato ad Alessandria, che, con il passaggio di 200 soldati italiani ai francesi, si arrende. Nell’estate del 1530 viene accreditato come nuovo ambasciatore dell’Imperatore a Venezia, presso il Collegio dei Savi. Dal 1522 ricopriva, per l’imperatore Carlo V, il remunerato ufficio di conservatore degli ebrei, al quale spettava amministrare i contenziosi insorti internamente alle comunità ebraiche ma anche contingentare e nominare i banchieri. Nel 1526 è primo colonnello, il Sanudo riferisce che quando il comandante imperiale Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto, deve “consultar qualcosa de importantia sente anche il conte Giovan Battista”.
Nel febbraio del 1531 Giovan Battista è in Piemonte dove il Marchese del Monferrato lo investe dei feudi del defunto Giovanni II Malaspina e di Tomasina, genitori di Violante, morta 3 anni prima  Un anno dopo sposa in seconde nozze Caterina Bianca Stampa, vedova del conte Brunoro Petra, maestro di casa di Ludovico il Moro e precettore di suo figlio Massimiliano. Caterina era stata prima dama dell’Imperatore Carlo V ed era la donna più ascoltata del Duca di Milano Francesco II Sforza, il quale medierà direttamente il matrimonio di Caterina con Giovan Battista; unione da cui nascono 2 figlie: Anna e Fetusa.
Nel 1542, è nominato colonnello al servizio del duca di Milano. Si distingue nella battaglia Smacaldica delle truppe imperiali contro i principi protestanti. Da lì passa in Boemia dove occupa il castello di Praga.
In quello stesso anno l’ambasciatore veneziano a Vienna scrive che il sessantenne Lodron “è ancora forte, malgrado abbia partecipato a molte guerre, davvero una persona capace”. Muore mentre sta difendendo con le truppe imperiali il castello di Casale Monferrato. Il 2 marzo Giovanni Battista detta il testamento nella casa di suo genero, il marchese Bartolomeo Incisa, marito di sua figlia Fetusa, nel cantone di Brignano della città di Casale. Il Lodron istituisce eredi universali in parti uguali Alberico e Ferrante, figli della prima moglie. Dispone di essere sepolto nella chiesa del Monastero della Santa Croce dei Padri Eremitani di Casale.
Da una nota scritta da Giovanni Battista Nazari, nel 1572, sappiamo che i conti Alberico e Ferrante figli di Giovan Battista abitano solitamente a Morsasco.
Alberico era morto l’anno prima nella battaglia di Lepanto, di Ferrante non si conosce la sorte ma ciò che sappiamo è che a fine del Cinquecento i feudi dei Lodron non avranno più eredi e i castelli ritorneranno alla camera ducale dei Gonzaga. Morsasco, il feudo principale, verrà venduto a Barnaba Centurione Scotto, ricco patrizio genovese che acquisirà il titolo di Marchese di Morsasco e darà inizio ad un’altra importante pagina di storia per il castello.
La conferenza farà luce sulla misteriosa morte di Battista Lodron, nipote naturale di Giovan Battista avvenuta nella notte di San Tommaso d’Aquino del 1603 nella colombaia dei Lodron. A parlarne sarà Gian Luigi Bovio della Torre a seguito di sue nuove ricerche.
Oggi, cosa rimane dei Lodron a Morsasco?  La struttura Cinquecentesca del castello si è sostanzialmente conservata nonostante gli ampliamenti del Settecento. Le teste leonine dei conti Lodron sono ancora bene visibili sulle facciate esterne del castello. La torre così poco monferrina, è così come venne trasformata dai Lodron, dove sono conservate le famose prigioni del castello. La ‘sala nuova’, come viene definita nei documenti del tempo, presenta intatto il magnifico camino che porta le insegne dei Lodron. Qui è ancora conservata quanto rimane di una piastra da camino con lo stemma dell’imperatore Carlo V che tanta parte ha avuto nelle vicende lodroniane.
Il considerevole interesse dimostrato dai molti partecipanti ha indotto il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” ad impegnarsi nella pubblicazione di un volume che raccoglierà i contenuti delle relazioni esposte nel corso dell’incontro.
Al termine della conferenza sono state organizzate le visite guidate animate “Apettando Lodron” a cura diBieffe eventi.

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