E’ tornato il cane nero

Mantova, sabato 22 novembre 2014
Palazzo Ducale – Atrio degli Arcieri

Nel segno di Camilla: era questo il sottotitolo del primo libro scritto da Cinzia Montagna e pubblicato nel 2012 dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria, di cui è presidente Roberto Maestri. Titolo: “Nec ferro nec igne”. Il libro ebbe il merito di riportare alla luce, con nuovi aggiornamenti, la vicenda della contessina Camilla Faà di Bruno (Casale Monferrato, 1599 – Ferrara, 1662), sposa contestata di Ferdinando I Gonzaga, duca di Mantova. Nel segno di Camilla, sabato 22 novembre a Mantova è stato presentato il secondo volume che Cinzia Montagna e “I Marchesi del Monferrato” hanno dedicato a Camilla Faà. Il libro “E’ tornato il cane nero – Gli enigmi di Camilla Faà” ha avuto come cornice della presentazione mantovana la sala dell’Atrio degli Arcieri in Palazzo Ducale. Ma è soprattutto avvenuto un fatto, sempre nel segno di Camilla: il Sindaco di Casale, Titti Palazzetti, ha fatto pervenire al Sindaco di Mantova, Nicola Sodano, tramite Roberto Maestri, una lettera che rinsalda il legame fra le due città, gemellate fra loro dal 2010. “Le comuni radici storiche e culturali delle Città di Mantova e di Casale Monferrato – ha scritto Titti Palazzetti – hanno intessuto dei secoli legami profondi e duraturi che hanno consentito negli ultimi anni una rinnovata collaborazione, finalizzata ad iniziative tese a promuovere una rete di rapporti sinergici tra territorio, cultura e turismo”. E il Sindaco di Mantova ha risposto sabato durante l’incontro dedicato ala presentazione del libro confermando l’intenzione di attuare il proposito espresso da Titti Palazzetti, in nome della storia e della cultura. Dopo quattro secoli dalla vicenda che la vide protagonista, la contessina di Bruno torna ad agire dunque ancora su quell’ “asse del Po” che congiunse, da metà ‘500 sino al 1708, i destini del Monferrato e di Mantova. Lei, damigella d’onore della corte dei Gonzaga, madre di un bambino avuto dal Duca e indotta a farsi monaca di clausura per consentire alla Ragion di Stato di operare il suo svolgimento (il matrimonio venne considerato nullo e Ferdinando sposò Caterina de’ Medici), fu emblema di un’epoca, ma anche – come ha ricordato la Montagna – “simbolo ancora attuale di gabbie, non sempre di ferro, dentro le quali le donne sono costrette”. All’incontro sono intervenuti Roberto Maestri e Gianpiero Baldassarri, Presidente della Società per il Palazzo Ducale, organizzatrice dell’incontro insieme con il Comune di Mantova.


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