Anne d’Alençon

Anne d’Alençon, Madama di Monferrato

a cura di Pierluigi Piano

 

Anne d’Alençon nasce il 30 ottobre 1492 da Renato Valois, duca d’Alençon, discendente da Filippo III il Bello, re di Francia, e da Margherita di Lorena – Vaudemont, nipote di re Renato il Buono, conte di Provenza, duca di Bar, di Lorena e d’Anjou, re di Sicilia e di Aragona.

Il 2 novembre 1492 muore il padre. La madre si dedica alla cura dei tre figli: Carlo, nato nel 1489, Francesca nata nel 1490 ed Anna nata due giorni prima della morte del padre.

Margherita di Lorena, riuscì grazie all’appoggio del re di Francia, Luigi XII a procurare ai propri figli ottimi matrimoni. Carlo il 2 dicembre 1509, anche per tacitare i possibili esiti della causa contro la corona mossa dal padre René, sposa Margherita d’Angoulême, figlia di Carlo, conte d’Angoulême e di Luisa di Savoja, figlia del conte di Bresse, sorella maggiore di Francesco, Delfino di Francia. Francesca sposò nel maggio del 1505 in prime nozze Francesco II, duca di Longueville, conte di Dumois, e in seconde nozze a Châteaudun il 18 maggio 1513 sposò Carlo IV di Borbone, duca di Borbone e di Vendôme, da questa unione ebbe origine il ramo dei Borbone, re di Francia.

Anna fu per volontà del re di Francia Luigi XII, pronube il cardinale d’Amboise, promessa sposa nel dicembre 1501, a nove anni, a Guglielmo IX Paleologo, marchese di Monferrato, con una dote di 80.000 lire tornesi. Il matrimonio si celebrò, raggiunta l’età canonica dei coniugi, a Blois nella chiesa del Salvatore il 31 agosto 1508.

Il matrimonio con il marchese di Monferrato fu allietato da tre figli: Maria nata il 19 agosto 1509, Margherita nata il 10 agosto 1510 e Bonifacio (IV) nato il 21 dicembre 1512.

Il matrimonio di Guglielmo ed Anne consolidò il legame tra i Valois, re di Francia, conti di Asti, pretendenti alla successione nel ducato di Milano, e i Paleologi di Monferrato.

Poco si sa della marchesa di Monferrato in questi anni. Certo è che il prestigio della bella marchesa di Monferrato dovette aumentare quando il 1° gennaio 1515, il fratello della cognata, Francesco I° di Valois, divenne re di Francia e nominò Carlo, duca d’Alençon, secondo dopo il re.

Guglielmo fu al seguito del cugino, Francesco I, alla battaglia di Marignano (13 settembre 1515); subito dopo con la moglie Anne fu ricevuto con tutti gli onori dal Re di Francia, che riposava a Vigevano. In quell’occasione Anne invitò il sovrano a soggiornare per le feste natalizie a Casale, cosa che non poté però attuarsi per il ritorno del sovrano in Francia.

In quello stesso anno ebbero luogo tra Guglielmo Paleologo e Francesco II Gopnzaga le prime trattative per addivenire al matrimonio dei loro primogeniti: Federico II Gonzaga (1500 – 1540) e Maria Paleologa (1509 – 1530). Per l’assenza da Mantova di Isabella d’Este, moglie di Francesco II Gonzaga, la trattativa fu sospesa; fu ripresa, però, nei primi mesi del 1517.

Ottenuto il consenso ed il plauso della corte francese, Federico II Gonzaga, di ritorno dal suo soggiorno francese, il 15 aprile 1517 nel Castello di Casale, in sala deaurata, sposò la figlia maggiore di Anne e di Guglielmo.

Pochi giorni dopo la stessa Isabella d’Este, in viaggio verso la Sainte – Baume, il santuario della Maddalena, presso Marsiglia, si recò a Casale per conoscere la giovane nuora. Si deve ascrivere a questi mesi l’amicizia che legò Anne d’Alençon e Isabella d’Este.

Si deve alla marchesana di Mantova, probabilmente, la conoscenza tra la “Santa Vivente” Elena Duglioli Dall’Olio (1472 – 1520) di Bologna ed Anne d’Alençon. La Duglioli si recherà in visita alla sua figlia spirituale a Casale sul finire del 1517.

Sempre in quell’anno, aggravandosi le condizioni di salute di Guglielmo, affetto da una fastidiosa fistola alla gamba, Anne nell’autunno si reca in pellegrinaggio a visitare la “Gerusalemme terrestre”, ricreata dal Caimi sul monte sopra Varallo, e a Santa Maria del Monte sopra Varese, allora luogo di ritiro eremitico delle suore agostiniane riformate da Giuliana Puricelli da Busto e Caterina Moriggia da Pallanza, noto santuario mariano e luogo di culto e pellegrinaggio sin dal medio evo.

Il cardinale Luigi d’Aragona di ritorno dal suo viaggio in Francia in visita a Casale nel dicembre 1517 la dice: “bella et agraciata molto”.

Con l’aggravarsi della malattia del marito Anne, vera motrice della politica monferrina, come scrive nei suoi Diari il Sanuto, vista la cagionevole salute del piccolo Bonifacio, riuscì a far riconoscere dal marchese il diritto di successione femminile nel marchesato in caso di estinzione della linea maschile.

Il 4 ottobre 1518, Guglielmo IX, marchese di Monferrato, dopo aver fatto testamento morì.

Anne fu chiamata per volontà del marito a reggere lo Stato in nome del figlio in minore età. In questa sua reggenza fu coadiuvata dal Consiglio e dal cognato Gian Giorgio, abate di Lucedio e Vescovo ausiliario di Casale.

Iniziò così la lunga reggenza di Anne che dal 1518 si protrasse sino al 1530.

Non fu una Reggenza di certo facile, visti i tempi e le guerre tra Francia e Impero, che caratterizzarono quegli anni.

La madre di Anne, Margherita di Lorena, sposati i figli, si dedicò anima e corpo all’assistenza dei poveri e, riformate le Clarisse di Alençon, fece professione di fede nell’ottobre 1520, l’anno successivo il 1 novembre rese l’anima a Dio e fu venerata come santa. La beatificazione di Margherita avvenne però solo all’inizio del secolo scorso.

I territori monferrini per la loro collocazione geografica furono percorsi e raziati più volte ora dalle truppe imperiali, ora da quelle francesi. Così nel 1521 Anne dovette pagare 25.000 scudi d’oro del sole a Prospero Colonna e ai suoi uomini, per far fronte al soldo non ancora percepito dalle truppe imperiali. Mutati i tempi, nonostante la sua parentela con la Casa Reale francese, dovette pagare altri scudi d’oro alle truppe francesi che vagabondavano sui suoi territori, per evitare danni maggiori.

In quegli anni al seguito delle soldataglie scorazzanti per i territori monferrini fece la sua comparsa la peste.

Compagna di carestia e guerra, la peste fece con periodicità la sua comparsa per circa una decina di estati. Anne si prodigò in tutti i modi per porre rimedio o quanto meno cercare di lenire le sofferenze e sovvenire i più poveri, con la fondazione di Confraternite, in particolare quella della Misericordia, e favorendo gli ospedali della Città di Casale: Santa Maria delle Grazie poi Santo Spirito.

Maria Paleologo nel 1524 raggiunse l’età canonica per poter consumare il matrimonio contratto con Federico II Gonzaga.

Purtroppo, erano mutati gli interessi politici dei Gonzaga ed era comparsa sulla scena sentimentale del marchese di Mantova Isabella Boschetti di San Cesario, “la bella Boschetta”, moglie di Francesco Cauzzi Gonzaga conte di Calvisano. Il viaggio di Maria per Mantova fu così procrastinato sine die. Tanto che Isabella d’Este e il figlio, in quegli anni, indifferenti dei legami matrimoniali contratti nel 1517, avviarono trattative segrete con il re di Polonia per ottenere per Federico II Gonzaga la mano di Edvige, sua figlia.

In quello stesso anno, 1524, Anne riceve a Casale con gli onori spettanti al suo rango il viceré di Napoli, Carlo di Lannoy, comandante imperiale in Italia.

Nell’autunno del 1524 Francesco I, re di Francia, ritorna in Italia, rivendicando il ducato di Milano.

Nel giorno di San Matteo del 1525 (24 febbraio), le truppe imperiali entrate di sorpresa nel Barco di Pavia, dove aveva posto il suo campo Francesco I, sconfissero l’esercito francese e fecero prigioniero lo stesso re.

Carlo d’Alençon, fratello di Anne, secondo al Re, al quale era stata affidata la retroguardia dell’esercito, visto l’andamento della battaglia, mise in salvo quel che restava delle truppe francesi e riprese la via del ritorno, aiutato segretamente da Carlo II duca di Savoja.

Ritornato in Francia Carlo, duca d’Alençon, tacciato di tradimento, morì, il 21 aprile 1525, assistito dalla moglie Margherita d’Angoulême, sorella del Re Francesco I, allora prigioniero di Carlo V in Italia.

Anne e la sorella Françoise ereditarono parte dei feudi e dei diritti signorili personali spettanti al fratello, nonostante le pretese della cognata Margherita d’Angoulême. La sorella del Re, non paga della controdate costituita dal marito in occasione delle loro nozze, rivendicava anche parte dei suoi beni personali. Si addivenne così all’apertura di una causa tra le tre eredi, che sarà destinata a chiudersi solo dopo la scomparsa di tutte e tre le principesse.

Nel 1526 il poeta Clement Marot, uscito di prigione per aver mangiato lardo in Quaresima, si innamora di Anne d’Alençon, cognata della sua protettrice Margherita d’Angoulême. E’ un amore tutto intellettuale e purissimo, del quale troviamo traccia nell’opera “L’Adolescence clémentine”, pubblicata nel 1532.

Anne ancora nel novembre 1527 richiama il genero, Federico II Gonzaga, marchese di Mantova, all’adempimento del contratto nuziale e al passaggio di Maria da Casale a Mantova.

Vista la grande carestia, ai primi del 1528 Bonifacio IV, influenzato dalla madre, emise una grida con la quale si ordinava di costituire presso il Palazzo dello zio, Gian Giorgio Paleologo, in Casale, un magazzino di granaglie destinate ai poveri.

Nel gennaio 1528 in una congiura di corte si tentò di avvelenare la Boschetta. Il marito fuggì a Modena, dove, però, fu raggiunto ed ucciso dai sicari di Federico. Il tentativo di avvelenamento della favorita del marchese di Mantova e madre di due suoi figli naturali, un maschio ed una femmina, diede la stura ad accuse contro Anne e la figlia Maria.

Il matrimonio con i Paleologi di Monferrato, mutati i tempi, cambiata la politica dei Gonzaga, ormai filo imperiali, risultava quanto mai scomodo, Anne d’Alençon, la Reggente, nonostante tutto era pur sempre una Valois, anche se la politica monferrina si stava spostando sempre più verso l’Imperatore, Carlo V.

Isabella d’Este, consuocera di Anne, partita sul finire del febbraio 1525 per Roma, per cercare di ottenere dal Pontefice, Clemente VII, il galero cardinalizio per il figlio minore, Ercole, brigò presso la corte pontificia per ottenere lo scioglimento di quel matrimonio.

I maneggi e, probabilmente le sovvenzioni alla corte pontificia, uscita dal grave scacco del “Sacco di Roma”, andarono a buon fine. Con il breve de veneni il Pontefice demandò al presule di Mantova l’indagine sulla veridicità delle accuse mosse ad Anne e alla figlia e la conseguente possibilità di dichiarare nullo il matrimonio tra Federico Gonzaga e Maria Paleologa. Nel settembre di quello stesso anno fece seguito un ulteriore nuovo breve con il quale il Pontefice dichiarava nullo il matrimonio tra i giovani sposi in quanto rato ma non consumato.

Venuto a conoscenza di questi casi, il duca di Milano, Francesco II Sforza Visconti, immediatamente mandò suoi emissari alla marchesa di Monferrato per chiedere la mano di Maria.

Sono questi gli anni che vedono il giovane marchese di Monferrato Bonifacio IV muovere i suoi primi passi sulla scena politica italiana al seguito dell’Imperatore Carlo V.

Incontrò l’Imperatore, sbarcato a Genova, prima a Piacenza. Lo seguirà, poi, a Bologna. Nella città felsinea incontrò e rese omaggio anche al Pontefice, Clemente VII.

L’anno successivo, a Bologna, Bonifacio fu presente ed ebbe un ruolo fondamentale nelle due incoronazioni dell’Imperatore. Recherà, infatti, la corona ferrea nell’incoronazione di Carlo V a Re d’Italia e lo scettro nell’incoronazione ad Imperatore due giorni dopo.

Durante gli incontri di Bonifacio con il Pontefice si parlò di un possibile matrimonio del marchese di Monferrato con una nipote di Clemente VII.

Terminati i festeggiamenti seguiti alle incoronazioni di Carlo V, il giovane marchese si recò a Venezia in un viaggio privato. Durante il breve soggiorno veneziano incontrò Pietro Aretino e lo invitò a soggiornare a Casale.

Per Anne quel 1530 fu veramente drammatico. Il 6 giugno 1530 in seguito ad una rovinosa caduta da cavallo il giovane Bonifacio perse la vita. Il 15 settembre morì Maria.

Tra la morte di Bonifacio e quella di Maria si colloca il tentativo di Federico Gonzaga, divenuto nel frattempo duca di Mantova e sposato a donna Isabella d’Aragona, di recuperare il tempo perduto e di ritornare sui suoi passi.

Morto l’unico erede maschio, Maria era divenuta nominalmente potenziale erede dei pur sempre, ricchi territori monferrini.

Il matrimonio tra il duca di Mantova e la figlia del re di Napoli, voluto da Carlo V, non era mai stato consumato, rimanendo, nonostante i solleciti imperiali, a Ferrara la matura e non bella sposa.

Con una rocambolesca pretesa, Federico addusse problemi sorti con il proprio confessore che gli rimproverava di non aver rispettata la parola data e di non aver condotto a Mantova la sua legittima sposa Maria Paleologa. Incitato il popolo, che richiese come duchessa Maria, Federico II Gonzaga fece valere i suoi primi vincoli matrimoniali. Ottenne dal Pontefice un nuovo breve con il quale si riconoscevano valide le sue nozze con Maria Paleologa e venivano sciolti i legami contratti con donna Isabella d’Aragona nell’aprile 1530.

Il breve con il quale Clemente VII dichiarava valido il matrimonio tra Federico e Maria, fu licenziato dalla cancelleria pontificia il 20 settembre 1530, cinque giorni dopo la morte di Maria.

Questo fu uno dei momenti più delicati nella politica di Anne d’Alençon.

La marchesa di Monferrato con diploma imperiale era stata associata nel governo del marchesato al cognato, Gian Giorgio Paleologo, riconosciuto marchese alla morte del nipote, Bonifacio IV.

La seconda figlia, Margherita, fu richiesta in sposa dal duca di Milano, Francesco II Sforza; dal Duca di Urbino, Francesco Maria I Della Rovere, per il figlio Guidobaldo; dal duca di Savoja, Carlo II, per il proprio figlio allora di dieci anni, Francesco I, re di Francia, propose il suo secondogenito, Enrico II, allora di dodici anni, si fecero avanti anche il marchese di Saluzzo e il conte Palatino, duca di Baviera, quest’ultimo appoggiato da Carlo V. Anche Federico II Gonzaga, duca di Mantova, avanzò le sue pretese; e dopo un certo tentennamento, più di forma che di sostanza, ottenuta anche la promessa che la Boschetta, si sarebbe trasferita in Monferrato, Anne favorì il matrimonio tra il duca di Mantova e la figlia Margherita.

Il 26 ottobre 1530 Carlo V da Augusta approvò il matrimonio tra Margherita e Federico. Solo, però, ai primi di luglio del 1531 arrivò il placet imperiale.

Nell’ottobre 1530 Gian Giorgio Paleologo, marchese di Monferrato, tentò, vanamente, di far legittimare il proprio figlio naturale, Flaminio, nato nel 1518. Dietro al rifiuto imperiale c’è l’accorta opera diplomatica di Anne e di Federico Gonzaga.

Il 3 ottobre 1531 a Casale nella Camera di Anne, ancora febbricitante, il Vescovo di Vercelli celebrò le nozze tra Margherita Paleologo e Federico II Gonzaga, duca di Mantova. La sposa portò in dote 100.000 ducati d’oro.

Nello stesso anno Anne e Federico fecero sposare all’amante di Gian Giorgio Paleologo un loro uomo di fiducia, che subito dopo le nozze venne inviato a Mantova quale ostaggio.

Tra la fine del 1532 e gli inizi del 1533 si collocano i tentativi matrimoniali del marchese di Monferrato, Gian Giorgio Paleologo. Tra i partiti vi erano una principessa di casa Lorena, la figlia del patrizio veneto Giacomo de Cornaro, la vedova del Gran scudiero di Francia, Madame la Grande e la figlia del duca di Vittemberg. Su suggerimento di Federico ed Anna, l’imperatore proporrà al marchese di Monferrato l’infanta donna Julia d’Aragona, figlia di Federico III d’Aragona, re di Napoli, e di Isabella II del Balzo, già sposata a Federico Gonzaga. Con il beneplacito del Pontefice donna Julia sposò per procura il marchese di Monferrato il 28 marzo 1533 a Ferrara, giunse a Casale alla fine di aprile e pochi giorni dopo il malandato marito morì. Di questa morte furono accusati il duca Federico Gonzaga e la marchesa di Monferrato, Anne d’Alençon. Si parlò di veleno, ma l’autopsia fatta eseguire sulla pubblica piazza sul corpo del povero Marchese Gian Giorgio diede esiti negativi.

Nel dicembre 1532 Margherita e Federico, su suggerimento di Anne, avevano ottenuto dall’Imperatore, con diploma, che doveva restare segreto, il riconoscimento per Margherita alla successione nel Marchesato in caso di morte del marchese senza prole maschile.

I cittadini di Casale, restii ad accettare il dominio del Gonzaga, tentarono nuovamente di far legittimare da Carlo V Flaminio Paleologo e di farlo sposare con l’Infanta Dona Julia. Non vi riuscirono, grazie all’accorta politica diplomatica di Anne e del genero. I casalesi cercarono allora di chiedere l’intervento del duca di Savoja, Carlo II, dichiarandosi suoi fedeli servitori.

Di fronte a quella ribellione dei cittadini di Casale, Carlo V inviò Antonio de Leva, suo luogotente a prendere possesso del Monferrato a nome dell’Imperatore.

L’Imperatore, come padrone del feudo avrebbe avuto il diritto di dichiarare i Paleologi decaduti dal possesso del Monferrato ed avocare alla corona il Feudo, come alcuni anni più tardi nel 1535 fece per il ducato di Milano.

Anne d’Alençon, Madama di Monferà, fu riconosciuta dallo stesso Carlo V, governatrice dello Stato.

Nel contempo si istruì a Milano la causa per la successione del Monferrato.

Anne in tutti i modi aiutò il genero, sia indicandogli documenti utili conservati nell’archivio dei Marchesi, sia, poi, trasferendo a Mantova parte dell’archivio stesso.

La causa si protrasse dal 1533 al 1536, con alterne vicende e con grandi ansie da parte di Anne, che temeva molto l’influenza di Beatrice di Portogallo, moglie di Carlo II, duca di Savoja, e cognata dell’Imperatore.

Grazie ai doni e, si disse, alla corruzione dei giudici incaricati, Federico e Margherita nel 1536 con lodo imperiale emesso da Genova ebbero il riconoscimento del feudo del Marchesato di Monferrato.

Anne fu riconosciuta ed agì, in questi anni, come rappresentante diretta del duca di Mantova e della marchesa di Monferrato.

Nel 1538 Anne si recò in Francia per far valere di fronte al Re, Francesco I, i suoi diritti sui beni ereditati dal fratello.

Nel 1540 dopo la morte di Federico Gonzaga, Margherita divenne reggente del ducato di Mantova e del marchesato di Monferrato, coadiuvata dai cognati, cardinal Ercole Gonzaga e Ferdinando Gonzaga. Anne fu riconosciuta dalla figlia e dal nipote, in minore età, governatrice dello stato monferrino.

Nell’estate 1549 si recò a Mantova in occasione delle nozze del nipote Francesco II Gonzaga con la nipote di Carlo V, Caterina d’Asburgo, figlia di Ferdinando.

Il 21 febbraio 1550 Francesco Gonzaga muore a Mantova a causa dei postumi di un incidente di caccia; gli succede Guglielmo Gonzaga, già designato alla carriera ecclesiastica.

Nonostante la politica imperiale perseguita dai Gonzaga, nel 1549 il terzogenito di Margherita e Federico, Ludovico, fu inviato presso la corte di Francia.

Nel 1552 si riaprì davanti al Parlamento di Parigi la causa per i beni ereditati da Anne dal fratello Carlo.

Nello stesso anno, Isabella Gonzaga, la nipote preferita di Anne, sposò Ferdinando d’Avalos, marchese di Pescara, primogenito di Alfonso, marchese del Vasto e di Maria d’Aragona.

Al 14 ottobre 1554 risale uno dei primi testamenti di Anne.

Nel dicembre 1554 Francesco Ferdinando d’Avalos, marchese di Pescara, viene nominato generale della cavalleria leggera dello Stato di Milano col comando supremo della cavalleria dell’esercito spagnolo in Lombardia e Piemonte.

Il 2 marzo 1555, Casale cade in mano ai Francesi.

Francesco Ferdinando d’Avalos, marchese di Pescara, non esita a prestare di sua iniziativa 20.000 delle 30.000 corone avute in dote dalla moglie, Isabella Gonzaga, per sopperire alle gravissime difficoltà finanziarie del governatore di Milano, ripetendo un gesto, già abituale del padre, assai indicativo di una tradizione di personale fedeltà al sovrano, ancora di tipo schiettamente feudale.

Il 22 luglio 1556 Anne vende metà dei suoi diritti sulla terra di Cany, in Francia.

All’inizio del 1557 riesiede a Mantova presso la figlia Margherita.

Ludovico Gonzaga, terzogenito di Margherita e di Federico II Gonzaga, viene fatto prigioniero durante la battaglia di San Quintino (10 agosto 1557), Anne contribuì con Margherita e Guglielmo a pagare il riscatto chiesto.

Il 7 e il 9 novembre 1559 dona altri suoi beni in Francia alla nipote Isabella Gonzaga, marchesa si Pescara.

Nel 1561 Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova e marchese di Monferrato, designò al governo del Monferrato la sorella Isabella, la quale essendo moglie del governatore spagnolo di Milano, il marchese di Pescara, Francesco Ferdinando d’Avalos, poteva garantire la difesa dello stato grazie alle truppe spagnole del marito.

Il 6 maggio 1562 Anne affida la causa pendente in Francia per i beni personali ereditati dal fratello Carlo a Filippo II, re di Spagna.

Al 6 ottobre 1562 data una nuova donazione dei suoi beni francesi ad Isabella Gonzaga.

In data 9 ottobre 1562 Anne, ormai ritiratasi da anni presso le monache domenicane nel Monastero di Santa Caterina in Casale, redige il suo ultimo testamento e lascia sua erede universale la nipote Isabella Gonzaga.

Anne d’Alençon, marchesa di Monferrato, Madama de Monferà, come troviamo in molti documenti, muore il 9 ottobre “a l’ore 6 di notte di venerdì venendo il sabbato”. Fu sepolta il 13 ottobre in Santa Caterina, le esequie si tennero in San Domenico.

 

L’11 giugno 1564 Isabella Gonzaga marchesa di Pescara, erede di Anne, cede alla Madre, Margherita Paleologo, duchessa di Mantova e marchesa di Monferrato, tutti i beni avuti in eredità dalla nonna. Nel 1566 Ludovico Gonzaga addiverrà con il Re di Francia ad un accordo sui beni e i diritti francesi già di proprietà della nonna.