Cairo Ferdinando

(del Cairo, Caire), di G. Grandi in Dizionario biografico degli italiani, Cfr. www.treccani.it

Figlio di Giovanni Battista, pittore, nacque a Casale Monferrato nel 1665: un documento reperito dal Boselli (1964) ha chiarito inequivocabilmente i suoi estremi biografici, sui quali gli scrittori antichi sono assai discordi.

Del padre, Giovanni Battista, non conosciamo date né opere che ci permettano di costruirne un profilo critico. Fu pittore di qualche merito, non solo nella sua patria, Casale Monferrato, ma anche a Bologna dove soggiornò da giovane e dove fu primo maestro di C. Cignani intorno al 1645. Alla fine del sec. XVIII, quando scriveva il De Conti, erano ancora visibili due tele con Storie di Ester e Rebecca, firmate e datate 1671, nella chiesa, scomparsa, di S. Francesco. Il De Conti gli attribuisce pure la pala di S. Severina in S. Antonio Abate (v. Gabrielli).Il C. seguì in patria l’insegnamento pittorico del padre, lasciandone una testimonianza alquanto debole in una Vestizione di s. Chiara nella chiesa omonima (terminata però, secondo il De Conti, da P. A. Serra). Presumibilmente intorno all’anno 1689 egli si recò a Bologna, dove divenne allievo e collaboratore di Marcantonio Franceschini per dodici anni. In questa città, secondo quanto dice l’Orlandi (1719), lasciò alcune opere e altre ne spedì in Piemonte: anche il De Conti gli attribuisce una Decollazione di s. Bonifacio nella chiesa casalese dedicata a quel santo, eseguita in un suo soggiorno in patria durante gli anni bolognesi. Di datazione dubbia sono poi quattro quadri con gli Evangelisti, già nella cappella del palazzo del Senato a Casale, portati a Torino nel 1733 ed ora dispersi. Quando il Franceschini nel 1701 fu invitato a dipingere in S. Antonio Abate a Brescia, vi mandò invece il nipote Giacinto Garofano e l’allievo C. che, con il quadraturista reggiano Mattia Benedetti, dipinsero a fresco la volta della chiesa. Il C. si stabilì così a Brescia nel 1701, vi si sposò con una bresciana e attese a opere di destinazione religiosa e privata, come attesta lo stesso Orlandi (1719), che lo propose a vari committenti: di queste ultime opere non abbiamo tuttavia notizie più precise, e suoi ritratti saranno da ritrovare in Brescia e dintorni. Tra i soggetti religiosi testimoniano, a Brescia, la sua attività opere di livello discontinuo, quali la tela col Redentore e le ss. Margherita da Cortona e Caterina da Bologna (in S. Giuseppe), tra le sue cose migliori, e la cupola della Carità dipinta a fresco. Altre sue opere, quasi tutte dipinte a olio, erano in S. Girolamo, in S. Domenico, in S. Brigida, ai Cappuccini (cfr. per le opere a Brescia, Passamani, p. 634 n. 2).
Il C. morì a Brescia il 24 ott. 1743 e fu sepolto in S. Giovanni.

Guglielmo, secondo l’Orlandi (1719), fu fratello maggiore del C. e morì giovane nel 1682. Per lo Zani sarebbe nato nel 1656 e morto nel 1672, per il Ticozzi nacque nel 1652 e morì nel 1682. Non possediamo più esempi della sua pittura; a Casale, secondo il De Conti, dipinse una Vergine con s. Francesco, s. Bonifacio e altre figure nella chiesa di S. Bonifacio Martire; il De Conti precisa poi che al santuario di Crea (e non a Casale come scrisse l’Orlandi) dipinse la cappella di S. Margherita.
Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 365, cfr.: Schede Vesme, I, Torino 1963, p. 233; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 150, e poi Venezia 1719; G. B. Carboni, Notizie istoriche delli pitt., scult. ed architetti bresciani, a cura di C. Boselli, Brescia 1962, p. 16; G. De Conti, Ritratto della città di Casale [1794], a cura di G. Serrafero, Casale 1966, pp. 27, 28, 43, 49; 25, 36, 37, 48 (per Giovanni Battista); 41, 49 (per Guglielmo); P. Zani, Enciclopedia metodica delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 203; S. Ticozzi, Diz. degli architetti, scultori, pittori…, Milano 1830, p. 245; N. Gabrielli, L’arte a Casale Monferrato…, Torino 1935, pp. 80, 75 (per Giovanni Battista); C. Boselli, La validità della cronol. nelle Glorie di Brescia di F. Maccarinelli, in Arte lombarda, IX (1964), 2, p. 125; B. Passamani, La pittura dei secoli XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, p. 634 n. 2.