Astesano Antonio

di L. Vergano in Dizionario biografico degli italiani, Cfr. www.treccani.it

 [A Casale, reduce da Pavia, 1445 – 1448, in relazione con la Corte dei Paleologi forse anche anteriormente al 1451 (Vinay, 124-125)]

Nacque, nel 1412, a Villanova d’Asti, dove i suoi antenati si erano rifugiati quando erano stati mandati in esilio dalla città, perché partigiani dei Solaro, di parte guelfa, nel 1339. La famiglia, prima assai potente, si era ridotta in umili condizioni, e il padre, Pietro, dovette non solo esercitare l’arte notarile a Villanova, ma anche adattarsi a fare il maestro di grammatica e di geometria. Nel 1427, l’A. si recò a Trino, alla scuola di Simone Tronzano; più tardi fu inviato dal padre a Pavia, a studiare logica, filosofia e medicina, ed ebbe a maestri Lorenzo Valla e Maffeo Vegio. Nel 1431 fu costretto ad abbandonare Pavia, poiché vi era scoppiata la peste; secondo quanto dice egli stesso nel suo maggior poema, il Carmen de varietate fortunae, sive de vita sua et gestis civium Astensium, si recò a Genova, poi a Savona, a Savigliario, a Mondovì, a Poirino e a Carignano, ma si tratta di notizie non documentate, e dovute forse in parte all’immaginazione dell’autore. P, certo che il padre, il quale avrebbe voluto fare di lui un medico, ad un dato momento lo richamò a Villanova; ma l’A. non potè: essere distolto dagli studi letterari, e quando morì ad Asti Iacopo de Claverii, maestro di grammatica, egli si recò in questa città e vi aprì una scuola nella quale esercitò, per breve tempo, l’ufficio di rettore. Negli anni 1433, 1434 e 1435 fu professore di retorica all’università di Pavia, e ancora da Pavia, nel 1436, scrisse una poesia all’ammiraglio genovese Biagio Assereto per la vittoria di Ponza.
Nel 1441 l’A. sposò la figlia del medico astigiano Bartolomeo Carrari e, prima del 16 ott. 1447, fu rettore delle scuole a Chieri. Tra il 1446 e il 1447 ebbe forse in animo di recarsi a Genova, come maestro di grammatica e retorica (alcune sue elegie sembrano manifestare tale intenzione e rivelano il tentativo di farsi amici i Genovesi), ma nell’ottobre del 1447 Carlo d’Orléans giunse ad Asti e la vita dell’A. assunse un nuovo orientamento. Il duca Carlo, preso possesso della città, lo nominò suo segretario, “primus ducalis Astensium secretarius “, e lo fece anche capitano del castello di Monte Raineri. Nel 1448, l’A. scrisse, in prosa, il De origine et de vario regimine civitatis Mediolani,con dedica al re Carlo VII, per indurlo a soccorrere il cugino nella conquista del Milanese, ma le cose andarono male per il duca, che decise di ritornare in Francia. L’A. lo seguì a Blois e a Tours. Da Blois datò (1451) un poemetto contenente la descrizione di Parigi, dedicato a Giovanni, conte d’Angouléme, e diresse un’epistola poetica al marchese di Monferrato. Nel 1452, a Tours, l’A. terminò un poemetto sull’apparizione della Croce a Baiona durante l’assedio posto a quella città da Carlo VII. Dopo il 1452 ritornò ad Asti e le notizie sulla sua vita si fanno scarse. Ad Asti era ancora nel 1460; poi fu, per qualche tempo, a Casale, presso il marchese di Monferrato. L’ultima notizia che si ha di lui è del 5 ott. 1468. Non si sa bene quando egli abbia composto il Carmen de varietate fortunae, sive de vita sua et gestis civium Astensium.
È un poema in distici, diviso in sei libri, dedicato al fratello Nicolò, copista e dotto di qualche fama. Il primo dei libri, quasi completamente biografico, tratta della famiglia dell’autore, della sua vita di studente a Pavia e a Genova, degli studi compiuti, delle amicizie contratte, ecc. In quelli seguenti è dato un sommario della storia di Asti, dalle origini al 1339 (di un ultimo capitolo, andato perduto, rimane solo il titolo, che accenna a fatti del 1341).
L’A. non fa che mettere in versi quanto della storia di Asti avevano detto i cronisti Ogerio Alfieri e Guglielmo Ventura, senza aggiungere nulla di nuovo, nemmeno quando tratta di avvenimenti più prossimi ai suoi tempi. Storicamente quindi l’opera non ha alcun valore. Il proposito dell’autore è quello di rivestire di bella forma poetica la storia già nota della sua città; conscio del suo sapere e del suo ingegno, egli dimostra grande presunzione del suo Carmen, lasciando chiaramente intendere che spera da esso fama imperitura. Egli risente dell’insegnamento del Valla e vorrebbe imitare, nella forina, Virgìlio e Ovidio, ma se il suo verso è talvolta sonoro, più spesso cade nella monotonia e lascia freddo il lettore.
Si possono ancora ricordare dell’A. una cantica sul terremoto napoletano dell’anno 1456, che fu inviata al duca d’Orléans con lettera datata da Asti il 1° apr. 1457, nonché epistole e composizioni poetiche diverse, su argomenti disparatissimi, come la narrazione delle prime imprese di Giovanna d’Arco e la descrizione di alcune città della Francia, elegie e poesie scherzose e una tra~ duzione, in latino, delle poesie francesi di Carlo d’Orléans. La sua attività di segretario di questo è inoltre documentata da un certo numero di lettere.
Opere: Carmen de varietate fortunae, sive de vita sua et gestis civium Astensium (anni CCCXXX-MCCCXLI), a cura di A. Tallone, in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XIV. Si veda inoltre A. Tallone, Un poemetto storico inedito di A. A. sul terremoto del 1456, in Arch. Muratoriano,n. 4 (1907), pp. 189-217; Id., Un libro di storia milanese di A. A.,ibid., n. 15 (1915), pp. 173-260. Un codice della biblioteca di Grenoble conserva quasi tutte le opere minori dell’A., alcune delle quali inedite. Si veda per esso: J. Berriat de Saint Prix, Notice d’un manuscrit de la Bibl. publique de Grenoble contenant diverses poésies d’A. A. d’Ast en Pièmont,in Magasin enciclopédique,VIII, 1 (Paris 1852), pp. 1792-13, e Leroux-de Lincy et L. M. Tisserand, Paris et ses historiens aux XIVème et XVème siècles, in Histoire générale de Paris, Paris 1867, pp. 524 s.
Bibl.: T. Vallauri, Storia della poesia in Piemonte,I,Torino 1841, p. 46; G. Gorrini, Il Comune astigiano e la sua storiografia,Firenze 1884, pp. 203-224; P. Vayra, Epistole di A. A. a Genovesi,Genova 1890; F. Gabotto, Un nuovo contributo alla storia dell’umanesimo ligure,Genova 1892, passim;Id., Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto,III,Torino 1895, pp. 289-291; Id., La vita in Asti al tempo di G. Giorgio Alione,Asti 1899, p. v n. 1; L. C. Bollea, Nuove informazioni sul cronista A. A.,in Bollett. stor. bibl. subalpino,XXVIII(1926), pp. 1-35; G. Vinay, L’umanesimo subalpino Torino 1935, pp. 93 ss., 124 ss.; Enciclopedia ital., V, p. 76.