Caccia Orsola Maddalena

di G. Romano in Dizionario biografico degli italiani,  Cfr. www.treccani.it

Figlia del pittore Guglielmo e di Laura Oliva, se ne ignora la data esatta di nascita, ma il fatto che l’atto di morte, del 26 luglio 1676, la dica ottantenne la fa risalire con buona approssimazione allo scorcio del sec. XVI. Una conferma viene dalla possibilità di intravederne i primi interventi nei dipinti del padre solo dopo l’anno 1615.
Intorno al 1620 la C. entrò nel convento delle orsoline di Bianzé, dove rimase fino al 15 apr. 1625, data di fondazione (Negri, 1896, p. 116) di un nuovo convento di monache a Moncalvo: qui il Caccia padre, finanziatore del nuovo istituto, fece trasferire la quattro figlie fattesi monache. In una supplica al vescovo di Casale precedente l’atto di fondazione si fa cenno esplicitamente all’attività della C. in collaborazione col padre secondo precise convenzioni finanziarie (Minoglio, p. 105). Un altro documento di particolare interesse a questo riguardo è il testamento di Guglielmo, in data 5 nov. 1625 (Negri, 1896, pp. 120-122), da cui risulta che Orsola Maddalena e la sorella Francesca, poi divenuta anch’essa monaca, sarebbero state usufruttuarie dei quadri piccoli e dei disegni del padre fino alla loro morte, in quanto tale materiale era utile per la loro attività pittorica. In effetti, per lungo tempo dopo la morte del padre, la C. ripete nei suoi modi femminei e diligenti i temi paterni, dissanguandone vieppiù la maniera in dipinti devozionali e in pale d’altare per numerose chiese, non solo piemontesi. La sua pittura ebbe successo anche presso la corte sabauda; restano sue lettere connesse con opere di pittura dirette alla infanta Margherita di Savoia (1643). Nel 1665 era sicuramente ancora attiva; il 17 aprile di quell’anno accolse nel convento di Moncalvo la pittrice Laura Bottero col nome di suor Candida Virginia: l’atto di monacazione precisa i doveri della novizia nei confronti del convento come artista in proprio, pur sotto la supervisione della C., e come futura maestra di altre novizie portate alla pittura (v. Schede Vesme, p. 188). Dopo il 1665 non si hanno più notizie dirette della C. fino alla registrazione della sua morte (25 luglio 1676).

Come pittrice, la figlia di Guglielmo Caccia non ha avuto molta fortuna postuma, anzi le fonti settecentesche sembrano preferirle la sorella Francesca (in religione Anna Guglielma), che, morta ventenne il 18 dic. 1628(Negri, 1896, pp. 211 s.), non deve aver prodotto nulla di veramente personale (non si conosce nessuna opera di sua mano). Solo recentemente (1964) l’identificazione di alcune nature morte di mano della C. (tre nel municipio di Moncalvo e altre sul mercato antiquario di Torino e Firenze) ha rinnovato l’interesse degli studiosi nei suoi confronti.Con tutta probabilità gli inizi della C. vanno ricercati in dipinti come l’Immacolata della parrocchiale di Rosazza, la Madonna col Bambino dormente della parrocchiale di Bianzé, la Natività dei depositi di Palazzo Bianco a Genova, dove idee tipiche del padre risultano eseguite da una mano più diligente e diminutiva, che tende a far virare la gamma cromatica verso toni freddi e azzurrini. Cronologicamente, queste opere cadono tra il 1615 e il 1620, e saranno seguite presto da molte altre in cui la personalità della C. si fa sempre più indipendente. È sicuramente sua la parte alta del Martirio di s. Maurizio ai Cappuccini di Torino (c. 1623) e spetta ugualmente alla sua mano, almeno in gran parte, il S.Maurizio nella chiesa di S. Francesco a Moncalvo, lasciato in tronco dal padre alla sua morte (1625) e condotto a termine dalla figlia subito dopo per disposizione testamentaria. La ricostruzione del percorso successivo, sempre abbastanza omogeneo, si appoggia ai pochi dipinti datati giunti fino a noi: il S. Antonio nella chiesa della Madonna a Lu Monferrato (1632), le Sante Lucia,Agata e Liberata in S. Antonio a Moncalvo (1637), il S. Giovanni Battista nella parrocchiale di Montemagno (1644). Sono purtroppo andati perduti tanto la Sacra Famiglia, già presso Vincenzo De Abbate ad Alba, databile al 1648, quanto il S.Antonio, datato 1665, già presso Giovanni Minoglio a Moncalvo: risulta pertanto impossibile ordinare cronologicamente l’attività tarda della C., caratterizzata da un pesante incupirsi dei colori e da un sempre minore controllo formale.

La produzione della pittrice supera certamente il centinaio di dipinti conservati, e qui di seguito si fornisce solo un breve elenco, in ordine alfabetico per località, di opere più tipiche e qualitativamente meno superficiali. Biella, S. Sebastiano: Trinità e angeli. Casale Monferrato, Madonna del Tempio: Incoronazione della Vergine;Museo civico: Concerto d’angeli. Castellazzo Bormida, S. Maria: Matrimonio mistico di s. Caterina. Chieri, S. Giorgio: Strage degli innocenti. Genova, Annunziata del Vastato: Natività. Moncalvo, S. Francesco: Natività del Battista; Gesù assistito dagli angeli nel deserto; S. Antonino; S. Luca nello studio;buon numero di dipinti di piccola dimensione sono conservati nel municipio, provenienti tutti dal convento delle orsoline poi soppresso, Montabone, parrocchiale: Stendardo di S. Orsola, Pavia, chiesa del Carmine: Transverberazione di S. Teresa (copia dell’originale paterno in S. Teresa a Torino); oratorio del collegio Ghislieri: Natività;Pinacoteca civica: Natività della Vergine; Madonna col Bambino e un angelo. Roma, Galleria Spada: Estasi di s. Francesco. San Salvatore Monferrato, chiesa dell’ospedale: Sacra Famiglia al lavoro. Torino, Pinacoteca sabauda: S.Cecilia. Trino, S. Bartolomeo: Presentazione al tempio;chiesa dei francescani: B. Salvatore d’Orta. Villadeati, parrocchiale: Cristo assistito dagli angeli nel deserto. Villanova d’Asti, S. Martirio: Intercessione di s. Carlo Borromeo. Per un disegno della C. caratteristico della sua fase più tarda, si veda il foglio con figure di santi in preghiera della Biblioteca Reale di Torino (cat. Bertini, n. 275).

Fonti e Bibl.: Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 188, 229-231 (con quasi tutti i documenti; già pubbl. in Atti della Soc. piem. di archeol. e belle arti, XIV [1932]); P. A. Orlandi, L’Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 240; G. A. Irico, Rerum Patriae libri tres, Milano 1745, pp. 226, 275, 364 s.; F. Bartoli, Notizia delle pitture…, I, Venezia 1776, p. 122; G. Della Valle, Vite scritte da M. Giorgio Vasari…, VII, Siena 1792, pp. 14, 58 ss.; G. De Conti, Ritratto della città di Casalea tutto l’anno corrente 1794, a cura di G. Serrafero, Casale Monferrato 1966, pp. 27, 46 ss.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Milano 1824-25, IV, p. 402; G. Minoglio, Moncalvo. Brevi cenni stor., Torino 1877, pp. 17, 21 ss.; F. Negri, Il Moncalvo (notizie su documenti), in Rivista di storia,arte,archeologia per le provincie di Alessandria e Asti, IV (1895), pp. 266 s., 269 s.; V(1896), pp. 116, 118-124, 127, 210 ss., 218-23; C. Lupano, Moncalvo sacra…, Moncalvo 1899, pp. 39-41, 72, 90, 113-118, 175, 181, 185; F. Negri, Il santuario di Crea, in Riv. di storia,arte,archeol. per le provincie di Alessandria e Asti, XI (1902), 2, pp. 16, 20; Id., I pittori di Trino, in Il beato Oglerio nella storia e nell’arte di Trino e di Lucedio, Casale Monferrato 1914, pp. 68, 71; A. Venturi, Storia dell’arte italiana, IX, 7, Milano 1934, pp. 566 ss.; N. Cambursano, Rinascita di capolavori, in Onoranze a mons. G. Bolla, Asti s.d. (ma 1948), pp. non nn.; A. Bertini, I dis. ital. della Bibl. Reale di Torino, Roma 1958, p. 40; A. Griseri, L’autunno del manierismo alla corte di Carlo Emanuele I e un arrivo caravaggesco, in Paragone, XII (1961), 141, pp. 25 s.; A. Peroni, Restauri e nuove accessioni delle civiche raccolte d’arte (catalogo), Pavia 1963, p. 51; V. Moccagatta, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo…, in Arte lombarda, VIII (1963), 2, pp. 183-192, 228, 231-243 (passim); La natura morta italiana (catal.), Milano 1964, pp. 24 2.; G. Romano, Nature morte in Piemonte, in Arte antica e moderna, 1964, pp. 428-432; V. Viale, Civico Museo F. Borgogna: I dipinti (catal.), Vercelli 1969, p. 62; G. Romano, N. Mussoa Roma e a Casale, in Paragone, XXII (1971), 255, pp. 54 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 334 (p. 333 per Francesca).